Elogio del passaparola

Elogio del passaparola

Quando si aiuta qualcuno a trovare un lavoro, occorre sempre pensare alle possibili conseguenze di quest’operazione. Senza un’osservazione diretta delle reali competenze, si rischia infatti di combinare grossi guai. 

A tutti è capitato di aiutare qualcuno, un amico o un conoscente, a trovare lavoro, di sostenerlo nel momento del bisogno, e poi scoprire che questa persona ti sta facendo fare una brutta figura. L’azienda che ha ingaggiato questo candidato, per il quale tu ti sei esposto personalmente, si è rivelato inefficiente o improduttivo, in ogni caso non all’altezza della posizione da coprire.
Questa situazione avviene più spesso di quanto si pensi, e mette in serio imbarazzo due professionisti: tu, innanzitutto, che hai fatto la figura del mediatore sciocco e superficiale, e l’HR manager o il Responsabile della Commessa dell’azienda che ora dovrà comunicarti che quella persona era proprio sbagliata per quell’incarico. Insomma, un bel pasticcio!

Segnalazione, raccomandazione, aiutino…                  
Quante telefonate, messaggi e annunci si fanno con l’intenzione di dare il nostro contributo affinché le persone segnalate possano trovare un lavoro. Spesso ci si trova a passare dei nominativi, dei numeri di telefono, senza sapere bene se il profilo della persona è in linea con la ricerca operata dall’azienda. Tanta, tanta fatica per nulla. Come uscire allora da quest’impasse?
Innanzitutto occorre smettere di fare distinzione tra “segnalazione” e “raccomandazione”. Tutto ciò che non è accompagnato da una lettura attenta del percorso curriculare del candidato è da scartare. Il curriculum è infatti l’unico documento che certifica le reali competenze e attitudini di un lavoratore. Tutto il resto è clientelismo.
In secondo luogo bisogna avere sempre come principio guida la serietà professionale e il codice etico del recruiter, tenendosi lontani da “incidenti” di percorso che possono ledere profondamente la propria credibilità e reputazione.

Ma il passaparola è importante?
È proprio per evitare cantonate e svarioni di questo tipo che noi di geoJOB diamo massimo risalto alle competenze dimostrabili da parte di un candidato. Perché crediamo profondamente nella qualità delle persone e nella loro preparazione. E soprattutto perché vogliamo evitare di fare brutte figure con le aziende che si avvarranno nel tempo dei nostri servizi.
Fatta questa doverosa premessa, la piccola segnalazione o l’indicazione del bravo professionista rappresentano uno strumento ancora molto utile per un recruiter, ed è stupido non tenerne conto. Perché? Perché si basa sull’osservazione diretta.
“Conosci un bravo escavatorista?” oppure “Hai un bravo carpentiere da segnalarmi?” sono la tipica richiesta a esprimersi su un’esperienza realmente vissuta, in cui la tua testimonianza diretta mette in gioco non soltanto la professionalità del lavoratore in questione, ma anche la tua credibilità di osservatore. E nella quale non devi mai fallire, pena la perdita di reputazione.
In un settore come il nostro, il passaparola è fondamentale perché le maestranze davvero professionalizzate sono piuttosto difficili da ricercare e non basta certamente la semplice lettura di un freddo pezzo di carta, qual è il curriculum.

La reputazione sopra a tutto
La tendenza a utilizzare la conoscenza diretta e le segnalazioni personali come canale privilegiato dipendono inoltre dal fatto che ci si trova spesso a dover impiegare lavoratori in fretta e furia, e non c’è né il tempo né la possibilità di raccogliere tutte le candidature, vagliarle, selezionarle e convocare i lavoratori per un colloquio.
In geoJOB facciamo quindi un lavoro fino e di grande equilibrio, andando a intercettare i curriculum giusti in tempi molto rapidi e cercando di ottimizzare la nostra ricerca prendendo in considerazione anche l’esperienza e l’osservazione diretta dei lavoratori, giudicando quindi più fonti.
E tutto questo avviene senza passare attraverso la scelta discrezionale o partigiana di un candidato. Ma solo attraverso la valutazione delle competenze. Perché per noi la reputazione è importante.

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