Quando il coordinatore della sicurezza in cantiere è donna

Quando il coordinatore della sicurezza in cantiere è donna

Il coordinatore per la sicurezza nei cantieri ha il compito di garantire il coordinamento tra le imprese impegnate nei lavori, ai fini dell’abbattimento dei rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori. Non è insolito che questo ruolo sia ricoperto da donne che entrano in cantiere con un approccio diverso e innovativo.

Figura chiave all’interno del cantiere è quella del coordinatore della sicurezza. Si tratta di una professionalità prevista espressamente dalla legge (D.Lgs. 81/08) che serve a gestire e monitorare l’andamento di quei cantieri in cui sono coinvolti più appalti (cioè più imprese esecutrici) e più tipologie di lavori. È un ruolo certamente difficile perché si colloca a metà strada tra la posizione del committente e quella del progettista, e richiede conoscenze sempre più specifiche non solo delle tecniche costruttive, ma anche dell’evoluzione normativa.
I compiti del coordinatore iniziano con la fase di progettazione e la relativa redazione del piano di sicurezza, per arrivare poi al coordinamento della sicurezza della vera e propria esecuzione da parte di tutte le imprese e dei lavoratori autonomi che partecipano al cantiere.
Dunque la figura del Coordinatore per la sicurezza oggi si sdoppia in due distinte funzioni (quella legata alla progettazione e quella legata all’esecuzione, appunto), ed è per questo che talvolta sono presenti due professionisti diversi.

Le donne entrano in cantiere
Organizzare e controllare il corretto svolgimento dei lavori per la salute dell’intero cantiere è qualcosa di articolato, qualcosa per cui è necessaria non solo una pluriennale formazione accademica e professionale, ma anche una certa attitudine e inclinazione. Un compito che, soprattutto negli ultimi anni, è sempre più spesso affidato alle donne. Che entrano in cantiere con un ruolo complesso e con un minore coinvolgimento nel machismo tipico di molti lavoratori uomini. Il che le rende professioniste più ligie e, in definitiva, più attente a prevenire i rischi associati all’errato svolgimento delle mansioni.
Su questo tema l’Associazione Italiana Formatori e Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) e il Comitato Donne AiFOS SOFiA hanno organizzato, l’8 marzo scorso a Brescia, un convegno dal titolo “Cantiere Donna”. L’obiettivo era portare alla luce i plus della presenza delle donne in cantiere, soprattutto in riferimento alle loro capacità di mantenere i ritmi produttivi, di risolvere gli imprevisti derivanti dai problemi di progettazione, di confrontarsi idoneamente con utenti, aziende e direzione, di adottare comportamenti sicuri.

Ma le donne faticano ancora
L’incontro, tuttavia, ha evidenziato anche parecchie criticità relative della presenza femminile in cantiere. Una su tutte riguarda l’avere a che fare, spesso, con una mentalità maschilista: all’interno di un cantiere le donne sono per lo più geometri, architetti o ingegneri chiamati a dirigere maestranze maschili.
Ebbene, per molti uomini non è facile ascoltare quello che dice una donna, magari giovane e con poca esperienza. Tanto più se questa giovane donna coordina la sicurezza che, per la cultura “maschia” di cui sopra, viene percepita come una perdita di tempo e un rallentamento del lavoro.
Prendere ordini da una donna, poi, è difficile per uomini che provengono da culture in cui il ruolo femminile è relegato a un ambito fondamentalmente domestico. Questo problema sembrerebbe oggi poco diffuso o superato e invece, purtroppo, non lo è affatto. Il convegno “Cantiere Donna” ha fatto emergere in questo senso una considerazione importante: la popolazione lavorativa del cantiere è spesso composta anche da operai stranieri che dimostrano di avere, in alcuni situazioni, qualche difficoltà ad accettare che una donna possa svolgere un lavoro maschile.
Oltre a quello culturale, c’è anche l’inevitabile ostacolo generazionale, anche se la situazione migliora in presenza di interlocutori giovani, probabilmente perché cresciuti nell’ottica della parità di genere e della sicurezza cui attualmente è rivolta una grande attenzione.

Opportunità e vantaggi
Bisogna in ogni caso sottolineare che il committente dei lavori, sia esso pubblico o privato, assegna l’incarico di coordinatore della sicurezza in base alle esperienze presenti sul curriculum vitae, e non certo in base al sesso. Inoltre la crisi economica che ha interessato tutti i settori professionali, in Italia si è accanita in particolar modo su quello edile. E proprio da questo frangente sono nate nuove opportunità: non solo sono stati messi in discussione vecchi paradigmi e modelli organizzativi, ma sono state sperimentate formule nuove e tentate strade ancora poco battute, partendo proprio dall’inserimento nel mondo del cantiere di figure femminili fortemente motivate. A dimostrazione di ciò, geoJOB ha recentemente concluso alcune selezioni per un’importante società di consulenza di Milano che ha voluto inserire nei suoi progetti edificativi due professioniste con provata esperienza sul campo. Consideriamo questo un segnale importante di un cambiamento culturale che, seppure lento, sta interessando un settore da sempre considerato un presidio maschile.
Come abbiamo detto, quello del coordinatore della sicurezza è un ruolo complesso basato non solo su nozioni accademiche e preparazione tecnica, ma anche su doti fondamentali come la capacità di osservare, di comunicare, di rapportarsi e collaborare con gli altri. Tutte abilità che possono avere sia uomini che donne. In fin dei conti quello che rileva è la competenza e la professionalità della persona che deve farsi conoscere per il suo modo di operare. Anzi, il fatto che talvolta una donna coordinatrice non piaccia alle maestranze o, meglio, non colluda troppo con esse, è proprio ciò che crea fiducia con la committenza.
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