Safety first! La sicurezza nei cantieri può essere assoluta?

Ancora una volta ci troviamo a dover parlare di una tragedia, un infortunio fatale sul lavoro
La prima domanda che ci viene in mente ogni volta che capita un infortunio sul lavoro è: si poteva evitare”? e le domande che ci rimpallano nella testa in continuazione sono “ma il lavoratore cosa poteva fare per evitare che succedesse”? e le aziende “cosa possono fare, quali azioni possono intraprendere per evitare che risuccedano altri casi”?

L’ultimo dei troppi incidenti sul lavoro

Leggendo i giornali e le interviste dell’ultimo infortunio successo nella costruzione della MM linea 4 di Milano, si intuisce che i turni erano regolari, il livello di sicurezza era molto alto, tutto il personale era inquadrato correttamente, dotato di attestati e patentini di abilitazione alla mansione, eppure è successo.
Si parla di “una tragica fatalità”.

Rafforziamo la formazione? Aumentiamo i controlli? Se tutto era in regola, cosa non ha funzionato?

Durante i miei 35 anni di esperienza vissuti in grosse aziende di costruzione, occupando ruoli apicali all’interno delle stesse, ho sempre avuto particolare attenzione agli infortuni.
Con la nostra RSPP analizzavamo settimanalmente gli indici degli infortuni di frequenza e di gravità.

Soprattutto, cercavamo di analizzare i mancati infortuni, perché è vero che spesso era determinante il fattore “C”, la “fortuna” che consentiva all’evento di non generare nessun coinvolgimento alle persone; ma l’analisi di quanto realmente accaduto ci consentiva di prendere quei provvedimenti che ci potevano permettere che non si verificassero altri incidenti in situazioni simili.
Quante imprese lo fanno?

Ritengo che i 3 pilastri per un corretto inserimento di una persona in cantiere siano:

  • Informazione
  • Formazione
  • Addestramento

Se eseguiti in modo sistematico e professionale, sono passaggi importanti, anzi fondamentali, nel percorso di crescita professionale di una persona; ma una componente che ritengo essere di grande importanza è l’esperienza dei nostri tecnici.

Ma cos’è “l’esperienza”? 

L’esperienza è l’accumulo costante di ciò che facciamo nella vita quotidiana, nel lavoro e nelle iniziative e decisioni che prendiamo.

Otteniamo il massimo del risultato quando associamo all’esperienza lo studio e la formazione.  

La migliore formazione è quella che viene impartita prima di iniziare a lavorare, quella, cioè, che ti consente di ricevere quelle nozioni teorico pratiche necessarie ad entrare in un cantiere ed essere immediatamente operativo e che consenta, nella maggioranza dei casi, di evitare i pericoli. 

Chi ha lavorato in un cantiere lo sa. Alcune volte basta uno sguardo per evitare che qualcuno si infortuni.
Quanti possono testimoniare di aver segnalato una crepa, un cedimento, una deformazione o un movimento errato di una attrezzatura e ciò ha impedito che succedesse l’irreparabile.

Non possiamo solo affidarci alla “fortuna” e non possiamo mai abbassare la guardia ed essere sicuri che tutto stia proseguendo bene.

Formazione e crescita professionale

Noi di geoJOB siamo convinti che la formazione sia fondamentale ma per essere efficace deve essere impartita prima che si entri in cantiere.
I contenuti non possono essere solo teorici ma occorre inserire nel programma anche un lavoro sul campo e deve poi proseguire in modo continuo e sistematico coinvolgendo tutto l’organico aziendale dando la possibilità, a tutti, di analizzare ogni caso che ci consentirà di accumulare quel bagaglio di esperienza che nei momenti critici ci potrà salvare la vita.

Negli anni ho attuato per le aziende per la quali ho lavorato in collaborazione con le scuole edili percorsi formativi della durata di 4 mesi in cui alternavamo formazione teorica e formazione sul campo insegnando alle giovani leve, e con l’ausilio di professionisti del settore, le basi e le nozioni fondamentali della meccanica, manutenzione ordinaria delle attrezzature, tecnologia dei materiali, saldatura, uso del cannello ossiacetilenico, il tutto nel rigoroso rispetto delle norme antinfortunistiche che venivano di volta in volta illustrate e spiegate.

Dobbiamo fare in modo di ritornare ad esercitare la forza dell’insegnamento, ora dobbiamo affrontare il problema del ricambio generazionale facendo in modo che chi ha lavorato anni e anni nei cantieri possa “travasare” le competenze e le esperienze alle nuove generazioni; solo così abbiamo una speranza che il mondo delle costruzioni possa continuare ad avere un futuro!

geoJOB si impegnerà a portare avanti questa visione cercando di coinvolgere chiunque possa influire a raggiungere l’obiettivo di “costruire lavoro” attraverso dei percorsi di qualificazione delle persone! 

Scrivetemi a info@geojob.it, avremo modo di confrontarci e di scambiare le nostre opinioni.

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