Vorrei ma Non Posso: la selezione ai tempi del COVID-19

Generazioni di HR e di Recruiter sanno benissimo di cosa stiamo parlando. E’ sempre la stessa storia. Mesi di lavoro, decine di colloqui sia via skype con videochiamate che face to face, e finalmente eccolo lì, il candidato perfetto. Tutti sono innamorati di lui/lei. Ed ecco che arriva il momento della verità. L’invio dell’offerta, ma il candidato rifiuta!

L’azienda rilancia ma non c’è verso, il candidato non ne vuole sapere. Allora si cerca di proporre altri candidati della stessa rosa ma nessuno è come lui/lei.


Una storia “snervante” che fa parte del nostro mestiere. I candidati a volte rifiutano le offerte e le motivazioni possono essere diverse:

  • Offerta economica non allineata alle aspettative;
  • L’Azienda non è attrattiva;
  • Il progetto non è interessante;

Oppure…

  • Il candidato, in realtà, sta bene nella sua attuale azienda e non ha mai pensato di cambiare lavoro ma vuole un’occasione per una crescita professionale e/o economica.

Vi potremmo raccontare tantissime storie su questo tema. Oggi però c’è un elemento in più il COVID-19. Oggi, 26 marzo, siamo in piena quarantena. Le aziende sono chiuse e c’è un clima dominato dall’incertezza e dalla paura.

Proprio così, le persone hanno paura. Non sanno cosa succederà, temono per il loro futuro personale e lavorativo. Ci è capitato in questi giorni di chiudere dei processi di selezione e di fare delle offerte a dei candidati anche molto allettanti, ma la risposta è sempre stata la stessa: perché dovrei cambiare lavoro adesso? E se l’azienda dove vado entra in crisi e mi licenzia magari in periodo di prova? Perché dovrei rischiare? Perché dovrei cambiare azienda se poi non so cosa succederà?

E’ un classico, nel dubbio si preferisce la strada vecchia, che già conosciamo, piuttosto che avventurarsi in una strada nuova.

Il cambiamento ci terrorizza, soprattutto se siamo già spaventati, ma non può esistere crescita personale senza cambiamento.

W. James diceva: “Per tutti i cambiamenti importanti dobbiamo intraprendere un salto nel buio.”

E quindi? Come uscire da questa situazione?

Le aziende devono capire che il mondo del lavoro sta cambiando e non sarà mai più quello di prima. Scegliere e affidarsi a dei recruiter esperti permette di avere una visione più corretta del mercato ed essere consigliati sulle migliori strategie da adottare. Mai come oggi avere un piano di inserimento e di carriera chiaro diventa necessario. Rendere più attrattiva la propria azienda prima dell’offerta economica diventa vitale. E mai criticare le paure del candidato ma comprenderle e aiutarlo a vivere il cambiamento in maniera differente.

Gianmarco Pinto – Vittorio Borgo

Servirà un governo di unità nazionale per rilanciare l’economia?

Mentre il mondo parla di pandemia per il coronavirus, stiamo rischiando un cataclisma nell’economia. 

Ad oggi i cantieri sono fermi e si sta lavorando solo su alcuni alla manutenzione e al controllo statico dei manufatti.

La priorità è quella di garantire assistenza sanitaria e beni di prima necessità agli italiani ma non possiamo assolutamente scordarci delle imprese e dei lavoratori che, ci auguriamo quanto prima, dovranno tornare a lavoro.

Le politiche economiche devono essere immediate, non possiamo più aspettare perché stiamo già vedendo i primi segnali di recessione nelle imprese; lo percepiamo anche dalle fatture che non vengono pagate.

Come può lo Stato tutelare i creditori?

Le imprese non possono essere lasciate da sole sotto il ricatto del mercato odierno.

Molte aziende rischiano di capitolare sotto il macigno dei debiti che non potranno onorare anche per la cattiva consuetudine di ritardare a dismisura il pagamento delle fatture scadute.

La mancanza di liquidità porrà le stesse imprese davanti ad un bivio: rivolgersi alle banche per ottenere anticipi fattura, chiedere prestiti o accendere nuovi mutui. Molti imprenditori hanno già provato queste soluzioni in passato e non hanno trovato risposte dal mondo bancario.

Al <Titolo III Misure a sostegno della liquidità attraverso il sistema bancario> pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 17 marzo 2020 sono previste numerose facilitazioni per la concessione della garanzia sul credito, ma abbiamo bisogno che queste si rendano immediate ed efficaci a favore delle PMI.

Anche il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia è preoccupato e nelle sue interviste e interventi pubblici stimola continuamente il governo, parti sociali e imprese a pensare all’emergenza del presente senza scordare di fare una valida programmazione per il futuro “Serve un fondo di garanzia per offrire prestiti a 30 anni che sarebbero come prestiti di guerra, perché siamo in una fase di economia di guerra. Avremo più debito ma non possiamo smettere di guardare alla crescita dell’Italia e dell’Europa”.

L’alternativa è quella di vedere una recessione irreversibile che porterebbe a scenari che non vogliamo neanche immaginare. 

Cosa succederà alla politica domani?

In queste ore ci stiamo chiedendo cosa succederà alla politica post epidemia. Oggi nel   Corriere della Sera, Francesco Verderami ha affrontato l’argomento chiedendosi: “per quanto tempo ancora si potrà chiedere all’opposizione di aderire al principio di unità nazionale, senza immaginare una loro partecipazione al governo?”.

 Verderami sostiene che “a lungo andare il processo di osmosi politica prefigurerebbe uno scenario che dall’unità nazionale porterebbe al governo di unità nazionale”. 

Andare ad elezione è impensabile perché non ci sarebbero i tempi tecnici prima del semestre bianco della presidenza della Repubblica e in quel periodo non si possono sciogliere le camere.

Una delle ipotesi che sta circolando in queste ore è quella di un possibile coinvolgimento di Mario Draghi alla presidenza del consiglio, che consentirebbe con il sostegno di tutte le forze politiche di portare avanti una grande operazione di rilancio dell’economia. 

A noi  non resta che augurarci che il Governo Italiano e l’Europa accendano il faro del domani per evitare che si inneschi un circolo vizioso tra imprese che non pagano e non acquistano.

Oggi abbiamo l’opportunità di semplificare per davvero le gabbie burocratiche che ci attanagliano e rendere più snella la burocrazia per lavorare meglio e più velocemente. Pensiamo subito alla ripartenza dei lavori pubblici ed ai nuovi investimenti.

Abbiamo rimandato per troppo tempo e adesso è arrivato il momento di mettere tutte le nostre energie per ripensare tutto.

Nel Decreto Cura Italia si sono dimenticati di Ingegneri, Architetti iscritti all’ordine professionale?

Il decreto “Cura Italia” ha destinato per i liberi professionisti titolari con partita Iva e ai collaboratori, professionisti e autonomi iscritti alla gestione separata un’indennità per il mese di marzo di 600 euro cadauno, con un limite per l’anno 2020 di una spesa di 203,4 milioni di euro.

Nel Decreto si sono dimenticati di Ingegneri, Architetti e di tutti i professionisti iscritti ad un ordine professionale?

No.
Nell’art. 44 viene specificato che anche i professionisti iscritti alle Casse di previdenza, ad ordini o albi professionali potranno richiedere l’erogazione di un’indennità, definita “fondo per il reddito di ultima istanza” per una spesa complessiva di 300 milioni di euro per l’anno 2020 senza determinare ancora una ripartizione pro-capite del citato importo.

A far fronte alle prime spese comunque ci stanno pensando le varie casse dei relativi ordini che in questi giorni stanno stanziando diversi milioni di euro a favore dei loro iscritti

Considerato che il blocco, ormai sembra certo, sarà prorogato ben oltre il 3 di aprile, abbiamo bisogno che oltre ai vari decreti vengano emanati i regolamenti attuativi dai vari Enti.
Serve operare nella massima urgenza in modo da far arrivare in tempi ristretti, ai destinatari del presente intervento, i relativi euro.

L’edilizia e il mondo delle opere pubbliche ha bisogno di non essere lasciata sola, anzi dovrà essere il vero volano per la ripartenza. 

Adesso più che mai, in un clima di totale recessione, è necessario anche per il nostri professionisti sentire la vicinanza concreta da parte del Governo. 

Aspetteremo ancora, ma è urgente iniziare a dare un segnale forte ai mercati per rafforzare il nostro “sistema paese”. Priorità è “costruire lavoro”! 

Coronavirus, approvato il decreto legge ‘Cura Italia’: Conte: «25 miliardi per imprese e famiglie» di cui 3 miliardi di euro per autonomi e professionisti. Si preannunciano novità sul fronte degli investimenti pubblici.

Un duro colpo per l’economia, ma l’Italia reagisce con provvedimenti di sostegno e supporto alle imprese e alle famiglie. Arriverà nelle prossime ore il decreto legge “Cura Italia” anticipato nella conferenza stampa del 16 marzo 2020. ( http://www.governo.it/it/articolo/comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n-37/14324

Questo deve essere solo l’inizio: una delle tante misure annunciate e chieste al Governo da gran parte delle categorie imprenditoriali, per sostenere il crollo del PIL, sono nuovi provvedimenti di investimenti pubblici per accelerare l’apertura dei cantieri.

Vista la grave situazione mai vissuta prima, anche il Governo, come le imprese italiane, sta navigando a vista in virtù dell’incertezza mondiale. 

Cosa aspettarci da questo decreto? 

Il corposo e articolato provvedimento sta coinvolgendo, con interventi di sostegno, famiglie, imprese, lavoratori e comparto ospedaliero.

 Un’iniezione di denaro sostegno dell’economia che in questo periodo sta pagando il caro prezzo della mancata produttività.

Circa 25 miliardi di finanziamenti che rientrano in un quadro molto più generale di una mobilità di circa 340 miliardi nei prossimi mesi. Il provvedimento avrà immediato valore attuativo.

Vediamo i 5 punti più di interesse per l’edilizia in cui si articola il provvedimento, secondo quanto ha spiegato il Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri:

  • 3,5 miliardi per il Sistema Sanitario Nazionale e Protezione Civile;
  •  Crediti di imposta per settori economici specifici di cui saranno emanate norme ad hoc;
  • Decine di miliardi per immettere liquidità nel sistema del credito con garanzie pubbliche al credito per sospendere mutui e prestiti;
  • Differimento al versamento di contributi e tributi al 20 marzo e per altre scadenze al 31 maggio.

geoJOB Recruitment segue l’evoluzione delle norme che faranno ripartire l’economia  attraverso una comunicazione attiva e interpretativa a supporto di tutte le parti coinvolte: imprese e lavoratori.

Cogliamo tutti insieme l’opportunità per non lasciarci sorprendere dalla ripresa delle attività che sarà veloce e che richiederà efficienza e coerenza con le scelte imprenditoriali.