CORONAVIRUS E EDILIZIA, SI PARLA DI FASE 2. PER LA RIPARTENZA DELLE OPERE PUBBLICHE SERVONO SUBITO 150 MILIARDI, NON 15.
Bisogna replicare il “piano Marshall” altrimenti -27,6% nel 2020 e -19,1 % nel 2021. La peggior crisi dagli anni ’20 del Novecento. Si riuscirà a evitare la catastrofe?
Opere pubbliche, rilanciare gli investimenti subito, entro fine aprile 2020. Sono 26 le opere che il governo vuole affidare a commissari straordinari con il “decreto Aprile” che valgono un investimento immediato di almeno 15 miliardi di €. Successivamente 150 miliardi, erogati nel corso di 5 anni, un piano Marshall, versione Coronavirus.
Come e quando riprenderà il settore edile e costruzioni? Ecco le stime
Gli economisti hanno proposto due scenari, uno soft e uno hard, o meglio definito come catastrofico. Partiamo dal bicchiere mezzo pieno. Questa previsione ipotizza che, nella seconda metà dell’anno in corso, il governo riesca a dare un contributo efficiente per la ripresa, approvando quindi il mega stazionamento di 150 miliardi di €.
Ecco i dati: si prevede nel 2020 una riduzione degli investimenti in opere pubbliche del 13% e dell’intero settore del 10,1%, la ripresa? inizierà dal 2021, con una stima del + 5,8% delle opere pubbliche e del + 2,7% dell’intero settore.
Passiamo ora allo scenario catastrofico, nel caso in cui il governo non prenda in considerazione la richiesta di 150 miliardi di € si avrà nel 2020 una caduta del 27,6% (del 42% per le opere pubbliche) e nel 2021 una ulteriore ricaduta del 19,1% (33% per le opere pubbliche)
Cosa è e cosa prevede il New Piano Marshall?
Tale piano prevede di sbloccare investimenti fermi per un totale di 56 Miliardi, avvalendosi anche di commissari. Non solo, ci sono altri 29 miliardi di investimenti previsti dai contratti di programma di Fs e Anas da far partire e l’approvazione per legge sarebbe un primo dato positivo.
Passiamo ora ai fondi strutturali, già stanziati dall’Unione Europea nella programmazione 2014-2020 e non ancora utilizzati, poiché destinate a opere urgenti, né servono almeno 10, dei 21 miliardi totali e se questa non è urgenza… Anche un bambino capirebbe che 95 miliardi, (poco meno del 50%) già ci sono, basta solo un’approvazione, arriverà in tempi record? Staremo a vedere, non perdiamo la fiducia.
Passiamo ora alle due novità più avvincenti della proposta Ance: un «piano Italia» che ha l’obbligo di investire 39 miliardi in due anni, finanziati da un mega-fondo per gli investimenti di comuni e province; e un fondo progettazione che utilizzi in due anni i 3 miliardi di € già destinati alla progettazione degli enti locali. La funzionalità alla base di questi due fondi è affine: prevede di anticipare al 2020 e al 2021 stanziamenti già previsti nel bilancio dello Stato, ma distribuiti su quindici anni.
Il pacchetto che l’Ance propone per il decreto aprile prevede ulteriori misure: Il ricorso generalizzato alle piattaforme telematiche delle gare in corso, il doppio scudo per i funzionari pubblici, limitando la responsabilità erariale e varando la riforma dell’abuso d’ufficio e il ripristino dell’appalto integrato sul progetto definitivo per l’abolizione dello split payment. Prorogare il sisma bonus e l’ecobonus. Parola d’ordine semplificazione. È necessario rendere più accessibili i processi autorizzativi, come, ad esempio, quello della conferenza di servizi.
Ovviamente, di fondamentale importanza è l’interruzione dei pagamenti fiscali (non rimandarli o interromperli) e la messa a disposizione pressoché immediata di liquidità, tutto ciò garantirebbe quantomeno la sopravvivenza delle imprese.
L’ Italia e la politica riusciranno a far fronte a questa emergenza, riusciremo insieme a uscirne, a vivere una “nuova primavera”?
Gare d’appalto -37% evitato il -67% grazie al maxi bando Pedemontana
La Coronavirus crisi ha comportato un inevitabile calo delle gare di appalti riguardanti lavori pubblici, nel solo mese di marzo, momento in cui il Covid-19 era nel suo massimo picco, l’importo complessivo di bandi di gara pubblici ammonta a 2.919 milioni di €, con una decrescita del 36,3% rispetto allo stesso mese nell’anno 2019. Questi dati non tengono conto del mese di febbraio, volendo considerare anche questo mese, con una cifra di 2.427 milioni di €, bisogna aggiungere il 20,2% al dato sopra citato.
Vi è da fare una altra importante precisazione riguardo i numeri di marzo, presi su scala nazionale, in quanto il mercato degli appalti è stato, ed è, fortemente dominato da un bando singolo, quello della Pedemontana, in Lombardia, che vale da solo 1,4 miliardi di €, nello specifico stiamo parlando della scelta del general contractor delle tratte B2 e C.
Se non teniamo in considerazione la Pedemontana, tra l’altro in procinto di essere sospesa per l’emergenza sanitaria, vediamo precipitare l’intero importo a 1.494 milioni di €, stiamo parlando del 67% rispetto a marzo 2019 e del 38,3% rispetto a febbraio 2020.
Altro punto trainante del settore, ed unico a non aver segnato il simbolo meno, è il comparto Autostrade, con un incremento di 883 punti percentuale rispetto all’anno precedente.
Rimanendo sempre nel settore, un dato non del tutto negativo è attribuibile e Anas, con una crescita del 165,7%, rispetto a marzo 2019 ma se osserviamo l’importo assoluto, dobbiamo contenere l’entusiasmo, in quanto ammonta a 382 milioni di €, suddiviso tra 82 bandi di gara. Cosa ci dice questo dato? Che sono ripartite le gare, ma solo quelle di importo contenuto, per la manutenzione delle strade, ci mancherebbe non venisse fatta neanche quella.
Escludendo Pedemontana, Autostrade e in parte Anas, tutte le altre tipologie di committenti, di rilevanza sul PIL nazionale, vedono una riduzione a cascata.
La maglia nera va alle ferrovie, che sono letteralmente precipitate nel baratro, con – 92,8%, poco peggio le utilities locali con – 74,9% seguite dalle provincie – 53,8% e dai “fortunati” comuni con un – 31,6%.
Volendo dare un dato complessivo, riguardante l’intero settore appalti, nel primo trimestre del 2020, possiamo attestarci su 5,28 miliardi, in netta riduzione del 12% rispetto al primo trimestre 2019.
La riflessione sul Pil Italiano, Europeo e Mondiale del Covid-19
Iniziamo dal mondo, si stima una decrescita del 3% e attenzione, siamo davanti alla peggiore crisi dopo gli anni ’30 del Novecento, quali saranno le ripercussioni sui singoli stati? Come reagirà l’occupazione? Entriamo più nel dettaglio.
La situazione in Italia
L’Italia, essendo uno dei paesi maggiormente colpiti dal Coronavirus, nell’anno 2020, vedrà un crollo del 9,1%, per poi, si stima, ci sarà una crescita del 4,8% nel 2021. (Fonte World Economic Outlook). In Europa peggio di noi solo la Grecia (che vedrà un calo del 10%)
La situazione in Europa
Nei paesi dell’eurogruppo vedremo una riduzione complessiva del 7,5% nell’anno 2020 e successivamente una ripresa del 4,7% nel 2021.
La situazione negli Stati Uniti
Vi sarà una decrescita del 5,9 nel 2020 % e una successiva crescita del 4,7% nel 2021
La ripresa ci sarà? Come e secondo quali modalità?
È difficile parlare di ripresa, prima di aver definitivamente sconfitto il Coronavirus, le previsioni ipotizzano che il virus venga definitivamente sconfitto entro la seconda parte del 2020, questo è lo scenario più probabile secondo i dati che sinora abbiamo ma sono stati ipotizzati tre ulteriori differenti scenari, nel caso in cui il virus non venisse sconfitto entro metà 2020, analizziamoli.
Il primo caso ipotizza che ci voglia più tempo per fermare il contagio, in questo caso, la recessione sarebbe inevitabilmente peggiore, e si avrebbe un incremento negativo di tre punti percentuale, nel 2021? L’incremento sarebbe solo di un punto percentuale.
Il secondo caso, ipotizza una altra ondata pandemica nel 2021, mandando all’aria la tanto attesa ripresa, e trasformando anche il 2021 in un anno all’insegna della recessione.
Il terzo caso è l’unione dei due casi, con un Pil di 8 punti più basso rispetto a quello stimato.
Il segreto per affrontare al meglio questo periodo? Saper reagire immediatamente a questa pandemia, innovando il proprio modo di lavorare e non solo, di vivere, pensando e operando in modo efficiente e fuori dagli schemi, unendo le nostre forze con comune obiettivo: la ripartenza!
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