Il problema dell’aumento dei prezzi delle materie prime e le soluzioni del governo per contrastarli

Il fenomeno a cui stiamo assistendo in questo ultimo periodo è sotto gli occhi di tutti.

Le materie prime ormai hanno raggiunto prezzi esorbitanti, mettendo in seria difficoltà molte aziende del settore edile.

Basti pensare, tanto per citarne alcuni, all’aumento del prezzo dell’acciaio (+100%), del legname (+73%) e del bitume (+40%). 

Ma quali sono le cause di questo fenomeno e soprattutto, in che modo il governo ha tentato e tenterà di arginarlo? 

Diversi sono i provvedimenti in atto presenti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Oggi li scopriremo insieme facendo un focus su quello che c’è da sapere su questa attuale problematica.

Partiamo dall’inizio:

Quali sono le cause dell’aumento dei prezzi delle materie prime?

La risposta a questa domanda trova diverse soluzioni.

Questo equivale a dire che le cause di questa situazione sono da ricercare in diversi ambiti.

Pandemia e guerra russo-ucraina sono purtroppo solo la punta dell’iceberg. 

Quello a cui si assiste infatti è un loop che sembra non terminare mai, dove aumento della domanda e scarsità di offerta si inseguono dando vita a questo aumento incontrollato dei prezzi delle materie prime.

A risentirne purtroppo sono le aziende, che si ritrovano a dover comprare anche a prezzi fuori mercato per necessità di ultimare lavori già iniziati o – comunque – dover soddisfare le richieste che non accennano a diminuire.

Un circolo vizioso, da cui non sembra ci sia uscita!

E in questo scenario, il Governo ha un ruolo fondamentale. Ecco perché…

Aumento della domanda tra pubblico e privato

Per quanto riguarda il settore pubblico il PNRR ha aperto enormi possibilità lavorative per le aziende, creando molti appalti per lavori pubblici. Lavori che fanno gola alle attività di un settore come quello edile, voglioso di recuperare economicamente da un periodo disastroso come quello pandemico.

Anche nel settore privato, grazie all’introduzione del Superbonus, si è assistito ad un incremento vertiginoso della domanda.

Sono in molti committenti (privati e aziende)  a voler usufruire della possibilità di effettuare lavori gratis o comunque a poco prezzo così come sono molte le imprese  felici di attingere ai vantaggi di questa agevolazione fiscale.

Tuttavia, le leggi del mercato sono chiare ed immutabili: la scarsità di offerta unita all’aumento della domanda porta automaticamente ad un aumento dei prezzi.

E se a questo aggiungiamo l’aumento dei costi di produzione il risultato è quello che purtroppo stiamo vivendo in questi ultimi mesi.

E di questo punto ne parliamo ora.

Perchè sono aumentati i costi di produzione?

Come già accennato, la guerra russo-ucraina sembra aver peggiorato i disagi iniziati dalla pandemia.

Quello che si è verificato nel periodo del Covid-19 è stato un rallentamento, e in taluni casi uno stop, alla produzione e al trasporto delle materie prime – fattore che ha contribuito ad un primo innalzamento dei prezzi.

Ma è in questi ultimi mesi che, con l’avvento della guerra e il conseguente aumento del prezzo dell’energia, si è avuta un’impennata che ha messo in discussione parecchi aspetti.

Prima abbiamo parlato di appalti pubblici. 

Questo è un nodo abbastanza cruciale, in quanto molti di questi appalti erano stati chiusi tenendo conto di un costo delle materie prime inferiore a quello attuale e anche di tempi di consegna “normali”. 

Basti pensare che alcune materie prime precedentemente disponibili in una settimana e ora richiedono, per la consegna, un paio di mesi.

La conclusione è abbastanza semplice: le aziende non possono più far fronte alle spese.

Si corre il rischio di gare deserte o di un abbandono dei cantieri nel caso in cui gli appalti fossero già stati aggiudicati.

La normativa ad oggi consente un adeguamento dei prezzi nei cantieri, ma nonostante ciò, Comuni e Province – provati anch’essi dai costi insostenibili dell’energia – non possono far fronte a questo adeguamento.

E in tutto questo, il Governo fino ad oggi ha operato qualche intervento, che ora analizziamo nel dettaglio. 

Quali sono i provvedimenti del Governo per limitare le conseguenze dell’aumento delle materie prime?

Un recente Decreto Legge prevede l’eliminazione delle penalità per le imprese titolari di contratti pubblici che sospendono l’esecuzione dei lavori o ne chiedono la proroga.

La causa della difficoltà di reperimento dei materiali e degli aumenti dei prezzi è riconosciuta in questo caso come “causa di forza maggiore”.

Qualora gli aumenti impediscano di ultimare i lavori, i servizi o le forniture nel termine contrattualmente previsto, costituiscono causa non imputabile all’esecutore e questi può chiedere la proroga del termine per eseguire la prestazione.

Questo assolve in parte le imprese ma, analizzando la questione in una chiave più globale, resta il rischio per gli Enti appaltatori di non rispettare le tempistiche previste dai finanziamenti del PNRR.

Recentemente, per far fronte ai rincari dei materiali da costruzione e dell’energia, per i lavori pubblici 2022 sono stati stanziati altri 3 miliardi.

Una metà sarà per fronteggiare gli aumenti relativi alle opere in corso o aggiudicate (di questi una sarà stanziata proprio per le opere del PNRR).  

L’altra metà coprirà l’aggiornamento dei prezzari per le opere avviate successivamente al Decreto Legge sugli aiuti approvato il 2 maggio.

Un ulteriore stanziamento di 1,5 miliardi è previsto anche fino al 2026, per dare copertura al PNRR in tutto il periodo di svolgimento.

Inoltre è previsto anche un meccanismo di calcolo delle compensazioni. 

Semplificando, si farà riferimento ai prezzi del 2021 con un aumento massimo del 20%.

Si tratta di un aggiornamento dei prezzari straordinario, che cessa di avere effetto a fine 2022, con possibilità di utilizzo solo fino al 31 marzo 2023. 

Si tratta di misure straordinarie per un periodo economico straordinario!

Questo è un un buon passo in avanti rispetto alle richieste dei costruttori.

Il futuro appare, tuttavia, incerto e di difficile previsione.

Se vuoi rimanere aggiornato sugli sviluppi della questione e delle conseguenti normative, ci puoi scrivere ed inviare i tuoi quesiti.

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