Il boom dei lavori “ibridi”
Il boom dei lavori “ibridi”
È sempre più forte la ricerca di lavori “ibridi”, cioè quei ruoli che combinano competenze che non si trovano mai in un solo mestiere. Lo racconta una ricerca che offre anche alcuni spunti per mantenersi appetibili in un mercato in continuo cambiamento. Nei prossimi 10 anni crescerà enormemente la ricerca di lavoratori con combinazioni di competenze diverse, a volte apparentemente opposte. Lo dimostra una ricerca che mette in risalto il ruolo della contaminazione nel mondo del lavoro. Il rapporto di Burning Glass Technologies ha messo in luce un fenomeno nuovo e per certi versi prevedibile nell’era delle tecnologie digitali. Le offerte di lavoro stanno diventando sempre più “ibride”, più complesse e richiedono nuove importanti competenze che sono spesso relative a più figure professionali. La ricerca mostra che i nuovi lavori così ricercati sono più complessi, multi-disciplinari e richiedono un’ampia gamma di competenze in diversi campi. In altre parole, sono lavori altamente specialistici e quindi godono di un’alta retribuzione. La ricerca di figure professionali con un intreccio così sofisticato di competenze è quindi sempre maggiore. E come risultato di ciò questi mestieri sono in rapido aumento di valore. La loro richiesta sul mercato sta infatti crescendo al doppio del tasso di crescita del lavoro complessivo, come anche lo stipendio medio, che è del 20-40% maggiore rispetto ai loro omologhi più tradizionali. Esperienza, competenza e retribuzione Il fenomeno messo in evidenza da questa ricerca riguarda tutte le industries, nessuna esclusa, e sta entrando in ogni settore di attività, specialmente in quelle che presentano un ricorso maggiore alle nuove tecnologie. E se il premio salariale medio è maggiore, è naturale che questi mestieri ibridi attirino un numero sempre maggiore di lavoratori. Il tema dell’apprendimento continuo è quindi il dato più importante emerso da questo studio. Solo chi continua ad affinare le proprie competenze avrà la possibilità di raggiungere ruoli importanti e aumentare di conseguenza la propria retribuzione. La ricerca ha rilevato infatti che solo il 16% dei lavori ibridi ad alto valore sono relativi a un livello lavorativo di base. Segno che certe abilità si acquisiscono soltanto attraverso diversi anni di esperienza e di sviluppo personale. E chi non si mette al passo con l’innovazione probabilmente resterà al palo. L’apprendimento continuo, sembra suggerire la ricerca, deve quindi venire a far parte del normale ambiente di lavoro. Solo così è possibile diventare più “ibridi” e abili a comprendere le ricadute della nostra attività sugli altri ambiti professionali. Il ruolo delle nuove tecnologie Sono milioni i posti di lavoro che saranno creati o distrutti dai cambiamenti tecnologici nel prossimo decennio. Eppure già oggi questa tendenza è profonda e anche piuttosto sottovalutata. Nel mercato del lavoro odierno la tecnologia sta trasformando i mestieri in nuove forme inaspettate, combinando insiemi di competenze che non si trovavano mai nello stesso lavoro. In tutto questo c’è un’opportunità e un’insidia al tempo stesso. Alcuni lavoratori possono guadagnare terreno rispetto ad altri, e il futuro sarà di chi saprà rimodellare le proprie competenze in funzione dei cambiamenti del mercato del lavoro. Le nuove tecnologie creano nuove pratiche e abilità, non solo tra i lavoratori. La sfida riguarda anche i datori di lavoro. Chi riuscirà a riqualificare i lavoratori esistenti, indipendentemente dalla loro età, potrà sviluppare una fucina di talenti sempre più efficace e a minor costo. E riuscirà ad acquisire nuove competenze in anticipo rispetto al mercato, con enormi benefici in termini di competitività. La ricerca mostra chiaramente la strada giusta alle aziende, che non possono più dormire sugli allori senza pensare all’importanza di una formazione continua. Anche in partenariato con gli istituti di formazione. Naturalmente questo presuppone che i datori di lavoro abbiano una consapevolezza o quantomeno un sentore di questo bisogno formativo e di come i loro bisogni possano cambiare nel tempo. E lo studio di Burning Glass Technologies invita a riflettere sul fatto che non poche aziende sono state colte di sorpresa da repentini cambiamenti del mercato. Affinché le imprese possano riqualificare i propri lavoratori in modo efficiente e utilizzare in modo più efficace i talenti, devono essere in grado di identificare sia le competenze già possedute dai lavoratori sia quelle di cui avranno bisogno in futuro. I consigli del recruiter Un dato interessante della ricerca riguarda la durata media della ricerca dei mestieri “ibridi” sul mercato del lavoro. Molti ruoli multi-disciplinari rimangono scoperti più a lungo rispetto alla media del mercato, segno evidente dell’assenza di queste figure sul mercato (e quindi del loro valore!). I lavoratori hanno bisogno della stessa cosa dei datori di lavoro: una visione di come sta cambiando il mercato del lavoro e alcuni buoni consigli su come migliorare le loro competenze e progredire nella carriera. Purtroppo, mentre i lavoratori sono spesso incoraggiati a ricevere una formazione supplementare, di solito sono lasciati a loro stessi nel decidere quale formazione dovranno scegliere. Se dovessimo dare qualche suggerimento ai lavoratori e ai datori di lavoro, diremmo di concentrarsi sulle competenze chiave necessarie per avere successo in un mercato in rapido mutamento, come è oggi quello delle costruzioni. E ricordarsi sempre che quelli che oggi noi chiamiamo “ruoli ibridi”, in futuro saranno ruoli normali, ovvi, in cui saranno unite in maniera ordinaria alcune competenze che oggi sembrano anche molto lontane tra loro.🏗️ Riflessioni sull’Edilizia in Italia: Sfide e Opportunità.
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