GeoJOB si racconta – Fabio
Lavorare nelle risorse umane è un compito complesso e richiede competenze che vanno al di la della semplice professione.
Continuiamo la raccolta delle interviste ai recruiter di GeoJOB, oggi è il turno di Fabio
Risorse umane significa solamente avere a che fare con colloqui e buste paghe?
Fabio: principalmente no, ovviamente noi nel nostro lavoro abbiamo a che fare con i colloqui che sono la mansione all’ordine del giorno, ma il settore risorse umane è molto più ampio.
In un’azienda, le risorse umane aiutano nella gestione dell’organico interno garantendo un’attenzione particolare alla sfera psicologica dei dipendenti oltre che elaborare cedolini e buste paghe.
Quale pensi sia la mansione più complessa di chi lavora come hr recruiter?
Fabio: riuscire a trovare una persona che centra tutti i punti richiesti dalla ricerca è, a mio avviso, la sfida maggiore che come hr recruiter mi trovo a dover affrontare ogni giorno; oltre a questo, ci vuole esperienza per riuscire a gestire, sia a livello personale che lavorativo, i tanti rifiuti che subiamo o rincorrere le persone che inevitabilmente dopo un po’ spariscono nel nulla e rintracciarle diventa davvero molto difficile.
Pensi che questo sia davvero un lavoro senza stress?
Fabio: Assolutamente no, secondo il mio punto di vista non esistono lavori senza stress ma ogni ogni mansione ha la sua quota base di stress che può essere più o meno elevata a seconda del periodo lavorativo. Il nostro è un lavoro molto stressante soprattutto perché abbiamo a che fare con clienti che ci manifestano una certa urgenza: da una parte le aziende richiedono figure lavorative da inserire all’interno dell’organico il prima possibile e dall’altra ci sono i candidati che magari sono anche in stato di disoccupazione e cercano un lavoro il prima possibile. Inoltre le commesse provenienti dalle aziende possono essere anche per più posizioni lavorative e simultaneamente dobbiamo ricercare più figure lavorative: questo è un esempio in cui il carico di stress può essere più elevato.
Il consiglio nazionale ordine psicologi ha da poco pubblicato i risultati di una ricerca molto interessante secondo cui la salute mentale dei lavoratori italiani è all’ultimo posto in Europa al pari merito con il Giappone. Quali riflessioni ti senti di fare in merito a ciò in rapporto col tuo lavoro?
Fabio: entro in contatto ogni giorno con molte persone e ascolto anche i loro problemi: ci sono persone che vogliono cambiare lavoro perché si sentono insoddisfatti, hanno spesso l’ansia e non stanno bene nel posto in cui sono.
Pensi che lo smart working o la settimana lavorativa di quattro giorni sia un vantaggio o uno svantaggio per ridurre il carico di stress sul lavoro al giorno d’oggi?
Fabio: penso che il lavoro in modalità ibrida possa aumentare la produttività lavorativa e contemporaneamente diminuire lo stress. Così facendo le persone riescono a conciliare meglio la loro vita privata con la vita lavorativa trovando un equilibrio tra queste due sfere importantissime.
Ultima domanda, che consiglio indispensabile ti sentiresti di dare a chi sta inoltrando la sua candidatura per lavorare nelle risorse umane di una qualsiasi azienda?
Fabio: il mio consiglio è di essere sé stessi, affinare le proprie capacità empatiche e di essere curiosi. Sono qualità fondamentali per lavorare con le persone e per indagare alla scoperta delle loro qualità.
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