Colloquio di lavoro? Ecco quali sono i 5 errori più comuni da evitare.
Secondo alcuni dati statistici, durante un colloquio di lavoro il 33% dei candidati assume una postura errata e il 67% evita il contatto visivo con il recruiter.
Durante un colloquio di lavoro molti candidati si concentrano principalmente su quelli che sono i contenuti tralasciando una parte molto importante: il proprio atteggiamento.
Nella maggior parte dei casi, ai recruiter bastano pochi minuti per farsi una prima impressione del candidato. Tanti sono i fattori che influenzano in modo positivo (o negativo) la percezione dell’interlocutore: la postura, il sorriso, lo sguardo, la stretta di mano… Sai quando si dice “c’è chimica”? Ecco, vale anche per noi, recruiter😊
Vediamo insieme, quali sono i 5 errori più comuni da evitare in un colloquio di lavoro.
1. Arrivare in ritardo a un colloquio di lavoro
Certo, nella vita può succedere di tutto e gli imprevisti capitano a tutti noi! Ma mettiti nei panni del recruiter che magari ha una lista di candidati da intervistare dopo di te e alle quali (di conseguenza) dovrà far attendere. Sicuramente nessuno è felice di dover restare in attesa! In ogni caso, il tuo ritardo “gioca” soprattutto a discapito TUO, in quanto, oltre al rischio di creare un clima sfavorevole tra te e il recruiter, avrai decisamente meno tempo per presentare la tua candidatura e per un’eventuale “chiacchierata” più informale a fine colloquio. Tuttavia, ti consigliamo di arrivare al colloquio con 5-10 minuti di anticipo o quanto meno di informare il tuo interlocutore del possibile ritardo. Per cui, assicurati di avere con te un numero da contattare quando ti rechi al colloquio.
2. Stretta di mano troppo forte (o troppo debole)
Durante un colloquio di lavoro la comunicazione non verbale può essere determinante per decretare un successo (o un fallimento). È incredibile ma vero: un gesto semplice come lo è una stretta di mano può dire molto sulla nostra personalità. Sicuramente una stretta di mano troppo forte potrebbe trasmettere al nostro interlocutore il senso di aggressività e, viceversa, una stretta di mano troppo debole comunica la nostra insicurezza oppure la mancanza di entusiasmo.
Una stretta di mano decisa, accompagnata da un sorriso e da uno sguardo sicuro, può dire molto di più delle parole. Senza dubbio, riuscirai a fare una buona impressione di te e trasmettere sicurezza e positività. Non dare per scontato questo aspetto!
3. Non mostrare entusiasmo durante un colloquio di lavoro
entuṡiasmo: nell’uso com., sentimento intenso di gioia, di ammirazione, di desiderio per qualche cosa o per qualcuno, oppure totale dedizione a una causa, a un ideale, ecc. (Treccani)
Dirai: “Si ma, se non conosco ancora l’azienda e nemmeno l’offerta di lavoro, come faccio a mostrare il mio entusiasmo?”. Hai ragione, ma ciò che ci aspettiamo è l’interesse proprio nello scoprire tutti i dettagli della tua futura posizione. Ponici le tue domande! Esprimici i tuoi dubbi! In fin dei conti, il lavoro di noi recruiter, non consiste solamente nell’intervistarti, bensì nel fornirti tutte le informazioni necessarie e, soprattutto, nel darti i consigli su come procedere al meglio, a seconda dei vari step del tuo processo di selezione. Non c’è nulla di più appagante per un recruiter del trovare un candidato davvero interessato a quel posto di lavoro!
4. Parlare subito di retribuzione
Riteniamo che il giorno d’oggi l’aspetto economico di un’occupazione ha un ruolo molto importante seppur non primario. Ma come introdurre il discorso della retribuzione durante il tuo colloquio di lavoro? Quando è il momento giusto? Di solito è proprio il selezionatore che introduce il discorso dello stipendio ed è bene lasciare che sia sempre lui a farlo per primo. Il consiglio che ci sentiamo di dare ai candidati è quello di prepararsi bene per il colloquio da questo punto di vista e di informare il recruiter su tutte le componenti della propria retribuzione attuale (indicando i vari bonus, tickets, rimborsi spese ecc). In questo modo il recruiter avrà un riferimento economico e, qualora il tuo profilo fosse in linea con quello ricercato, potrà farti un’offerta competitiva.
5. Parlare male dell’ex datore di lavoro
Un altro errore gravissimo da non fare durante un colloquio di lavoro è quello di parlare male del tuo ex datore di lavoro. Tra l’altro, quando una persona parla negativamente di una persona ottiene esattamente l’effetto opposto.
Gli psicologi americani chiamano questo fenomeno “Spontaneous trait inference”. Significa che ogni volta che dici cose negative su qualcun altro, molto probabilmente chi ti ascolta assocerà a te gli stessi tratti.
Per cui, quando noi recruiter chiediamo al candidato di parlare del suo lavoro precedente ci aspettiamo che egli si focalizzi su quelli che sono i suoi obiettivi raggiunti e sul contributo che ha apportato all’azienda in cui ha lavorato precedentemente.
Il colloquio di lavoro è un momento cruciale per fare una buona impressione. Affrontarlo con positività, chiarezza e sicurezza aiuta il candidato a mettere in bella luce il proprio profilo professionale. Questo approccio diventa fondamentale sia ai fini dell’assunzione ma anche per allargare la propria rete di contatti per le eventuali future opportunità lavorative.
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