Il Reddito di cittadinanza può diventare il più grande incubatore per specialisti?

L’Italia pone le sue radici nel Lavoro e questo è scritto nei primissimi principi fondamentali della Costituzione Italiana, e il cui riassunto “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, che riconosce i diritti inviolabili dell’uomo e  che riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro promuovendo le condizioni che rendano effettivo questo diritto”.

Per questo gli interventi pubblici rivolti alla tutela dell’interesse collettivo devono essere in perfetto equilibrio tra politiche passive e politiche attive. 

Lo Stato Italiano ha il compito di proteggere chi perde il lavoro o chi, per qualche motivo, non riesce a trovare un’occupazione, ma contemporaneamente deve attuare politiche di investimento affinché le imprese possano sviluppare il proprio business creando lavoro e occupazione.

Ultimamente la Legge più importante per quanto riguarda il sostegno sociale, nelle politiche del lavoro, è riconducibile al Reddito di Cittadinanza. Una legge ideata per dare pari diritti a tutte le persone in difficoltà economica ma che non vuole mostrarsi accomodante con i “fannulloni”.

Ed è anche con il Bonus per le assunzioni che la politica passiva si trasforma in politica Attiva e diventa grande opportunità di nuova specializzazione per quei lavoratori fermi da troppo tempo. 

Quali sono i vantaggi per chi assume?

Le aziende che assumono persone beneficiarie del Reddito di cittadinanza (RdC) potranno avere incentivi sotto forma di sgravi contributivi.
I dipendenti dovranno essere assunti con contratto a tempo indeterminato con orario full-time.

La procedura per poter ottenere il suddetto sgravio è indicata sia nella circolare INPS n°104 del 19/07/2019 che nel messaggio INPS n°4099 del 08/11/2019 “Incentivo per l’assunzione di beneficiari del Reddito di cittadinanza...Rilascio modulo di domanda. Istruzioni operative e contabili.”

Le aziende che avranno ottenuto l’autorizzazione, saranno esonerate dal pagamento dei contributi previdenziali INPS.
L’importo dello sgravio contributivo nei 18 mesi va da un minimo di euro 3.900 (5 mesi) ad un massimo di euro 14.040 (18 mesi).

Occorre però far notare che lo sgravio RdC spetterà sulla differenza tra le 18 mensilità e le mensilità già godute dal beneficiario stesso ma con un minimo di 5 mensilità.

Ad esempio se un dipendente ha ricevuto il reddito di cittadinanza da 8 mesi quando verrà assunto il calcolo da fare sarà 18 meno 8 e quindi l’impresa avrà uno sgravio di 10 mesi. Lo sgravio minimo a vantaggio delle imprese sarà comunque di 5 mesi.

Nel caso in cui  il datore di lavoro licenzi il dipendente nei 36 mesi successivi all’assunzione, senza giusta causa o giustificato motivo, è obbligato alla restituzione di quanto incassato con l’applicazione di sanzioni.

L’importanza della formazione per un inserimento efficace

Il mondo del lavoro in questi anni ha visto crollare il numero di occupati. Insieme a questo crollo abbiamo purtroppo assistito anche ad un blocco dei percorsi di specializzazione di nuove figure professionali necessarie alle aziende. 

Oggi ci troviamo davanti a tre problemi sul tema delle specializzazioni: 

  • Serve una mappatura delle figure professionali più richieste, e questo dato ci può venire da un analisi da condurre con le imprese del settore;
  • Ci sono alcuni percettori del RDC da troppo tempo lontani dal lavoro;
  • Bisogna facilitare il più possibile l’inserimento in azienda di queste figure, in alcuni casi, carenti di nozioni tecnico-pratiche.

L’incentivazione alle imprese è sicuramente uno strumento che può contribuire a reinserire queste persone e consentire alle aziende di sopportare alcuni costi per la formazione “sul campo”. 

Occorre però che alcune azioni di politica attiva siano rivolte alla formazione di base che dovranno differenziarsi a secondo delle figure professionali necessarie alle aziende.  

Non possiamo nascondere che le difficoltà più grosse sono quelle legate alla formazione in azienda degli operai, attuare percorsi di formazione per addestrare gli operai specializzati richiede più tempo, competenza professionale dei docenti, strutture e attrezzature idonee. 

Tutto questo implica, inevitabilmente, un aumento dei costi legati alla formazione stessa. 

Consideriamo questo periodo formativo un investimento che le imprese potrebbero assumere ma solo con la garanzia di tenere il dipendente anche dopo averlo “specializzato”; nessuno può dare alle imprese questa garanzia e pertanto necessita che questo periodo di formazione debba essere supportato e incentivato dalle politiche del lavoro.

Non possiamo pensare alla sola formazione teorica perché, come abbiamo scritto anche nel nostro  articolo safety first, non si può prescindere dall’esperienza acquisita “sul campo”.

Ad esempio per poter manovrare macchine perforatrici, gru, escavatori e così via è necessaria una formazione specifica, che deve essere garantita da un affiancamento ad operatori esperti e che possa portare al conseguimento di un patentino abilitativo.

Agenzie per il lavoro che sono dedicate all’attività di ricerca e selezione del personale specifici per alcune attività settoriali possono contribuire con la loro esperienza e vicinanza alle imprese del settore, nell’individuare i corretti percorsi di formazione che consentano l’inserimento di personale qualificato avendo acquisito le principali nozioni tecnico pratiche.

“Io penso che nessuno in nessuna parte del mondo possa parlare di futuro del proprio popolo o della propria organizzazione senza parlare di formazione. Chiunque controlli la formazione dei nostri ragazzi controlla il futuro”

(Wilma Mankiller attivista americana)


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