Primo appuntamento con le storie di cantiere

PRIMO APPUNTAMENTO CON LE STORIE DI CANTIERE

Chi da anni lavora nel settore edile lo sa. Sul cantiere di storie se ne vedono se ne sentono e se ne vivono tante.

Oggi vogliamo inaugurare la rubrica Storie di cantiere, per dar voce a chiunque voglia raccontare una esperienza, un fatto, un aneddoto.

Durante la mia carriera di persone ne ho incontrate tante. E alcune mi hanno toccato il cuore.

Anni fa c’era un ragazzo che tutti i santi giorni si presentava davanti al cantiere.

Non parlava.

Non chiedeva niente.

Si sedeva sempre al solito posto e guardava il cantiere in silenzio.

Era un ragazzo esile, un po’ trasandato, ma che trasmetteva grande dignità. Inizialmente lo ignorai, facevo finta di niente, ma poi la curiosità diventò troppo forte.

Che ci fai qua?” “Cerco lavoro” disse in maniera diretta come se fosse scontato. Mi stupì per la schiettezza. E incuriosito mi feci raccontare la sua storia.

Era un profugo partito dall’Eritrea. Aveva attraversato il Sudan e il deserto della Libia con la speranza di arrivare in Europa per avere un futuro migliore.

Arrivò in Libia dopo un lungo viaggio, su un camion stipato di uomini e donne, con poco cibo e acqua; chi stava male veniva abbandonato lungo la strada con la promessa che poco dopo sarebbe passato un altro mezzo per proseguire il viaggio.

Facile immaginare la sorte che gli sarebbe capitata.

Ci raccontò dei giorni di prigionia a Tripoli: la richiesta da parte degli aguzzini libici di ricevere soldi in cambio di cibo, acqua e un posto per dormire.

Ci raccontò l’emozione di arrivare in Italia, e dei primi tentativi di arrangiarsi. Non aveva avuto una vita facile, ma non lo faceva pesare. Ero sinceramente commosso dalla sua storia. Gli offrii dei soldi ma lui li rifiutò. Voleva un lavoro non la carità. Di fronte alla sua dignità mi feci una promessa. Avrei fatto di tutto per assumerlo. Quel ragazzo meritava una possibilità. Per fortuna aveva tutti i documenti in regola e riuscii ad assumerlo nello stesso cantiere che per giorni aveva guardato. Ma poco dopo l’assunzione scoprii che pendeva su di lui una denuncia per favoreggiamento dell’immigrazione.

Ecco, mi ero fidato della persona sbagliata. Ero deluso e arrabbiato con me stesso. Gli chiesi subito un confronto e scoprii che conservava una parte dei soldi da inviare ai suoi amici in Libia, per consentire loro di raggiungere l’Italia.

Mi sentii quasi in colpa per non essermi fidato. La sua storia non colpì solo me ma anche tutta l’azienda per cui lavoravo. Tanto che la sorella di un nostro capo cantiere, avvocato di professione, decise di aiutarlo pro bono.

Nonostante questo scontò 9 mesi di galera. Ma non lo licenziammo, aspettammo. Rinnovando la fiducia. Da quel giorno quel ragazzo esile e un po’ trasandato non ha mai smesso di lavorare.

E’ diventato un operaio specializzato molto apprezzato nel suo campo e sempre ben voluto da tutti quelli che lavorano con lui. A volte lo incontro ancora e lui mi saluta sempre mettendosi una mano sul cuore, non sapendo che, in realtà, aveva profondamente toccato il mio.

Ancora oggi, nonostante gli anni passati, questa è stata una delle mie migliori selezioni.

Il gruista portuale

Il gruista portuale

Dal 3 al 5 Ottobre, al Gis Expo di Piacenza saranno protagonisti gli operatori specializzati nel sollevamento e nella movimentazione di carichi, materiali e strutture di sostegno alle grandi opere: gruisti, tecnici alla guida di piattaforme di lavoro elevabili (PLE) e altri addetti agli interventi in quota.
Il gruista portuale è una delle professioni in deciso rialzo per il prossimo triennio. Ecco un breve riepilogo della professione e, in allegato, una scheda di riferimento per le competenze richieste a questo tipo di figura professionale.

Il gruista portuale


In ambito portuale, il gruista manovra differenti tipologie di gru per movimentare container, merci in colli o alla rinfusa, dalla nave a banchina e piazzale (e viceversa) e svolge attività di caricamento o scaricamento dei materiali su nastri trasportatori, camion, vagoni ferroviari, aree di sosta.
La movimentazione richiede l’utilizzo di elevatori di diverso tipo a seconda delle caratteristiche del carico: benne per il carbone o per le rinfuse bianche, polpi per il rottame metallico, ganci per la movimentazione di componenti imbragati.

 In ambito portuale, il gruista movimenta merci containerizzate utilizzando elevatori tipo:

– Carrello cavaliere

– Carrello laterale
– Impilatore
– Gru a portale
– Gru di banchina
– Gru portainer
.
 Per alcune tipologie di gru sono previsti specifici percorsi formativi aziendali.


La figura del gruista è un avanzamento della figura dell’operatore polivalente portuale di cui ricopre, all’occorrenza, le mansioni tipiche.

Nell’ambito della cantieristica navale il gruista manovra diversi mezzi meccanici per il sollevamento e movimentazione di carichi di vario tipo.

A seconda dei casi, il gruista adempie anche alle operazioni di attrezzaggio della gru ed alla sua ordinaria manutenzione.

Il lavoro del gruista portuale


Le differenti caratteristiche di dimensione e complessità dei mezzi meccanici manovrati, hanno conseguenze sul tipo di competenze e requisiti psico-fisici di chi le manovra, anche alla luce dei rischi connessi a tali operazioni.
In alcune gru di banchina il gruista è collocato a decine di metri di altezza, in una cabina di vetro mobile, fissata sulla parte inferiore del braccio della gru, da cui è possibile scendere soltanto ad intervalli prefissati. Non a caso per queste tipologie di gru sono previsti specifici percorsi formativi aziendali.
Il gruista può avvalersi di un segnalatore a bordo della nave che abbia una visione completa della stiva e che quindi lo coadiuvi nell’operazione di sbarco/imbarco.

Un gruista deve possedere una buona percezione dello spazio ed uno spiccato senso di osservazione,
deve avere un’ottima manualità, precisione e prontezza di riflessi.
Importanti sono la capacità di comunicare e di rapportarsi in maniera efficace con i colleghi,
fondamentale è la conoscenza delle procedure sulla sicurezza oltre che dei parametri stabiliti dalla legge per la movimentazione dei carichi.
Il gruista lavora prevalentemente all’esterno, in orari diurni, con contratto di lavoro dipendente.

Le conoscenze del gruista
Riportiamo di seguito una serie di conoscenze che deve possedere il gruista per poter svolgere al meglio il proprio lavoro.
• Dispositivi di comunicazione con terminal portuale
• Elementi identificativi e di sicurezza dei prodotti: part number, serial number, barcode, placche antitaccheggio
• Funzionalità delle gru di banchina
• Mezzi di sollevamento
• Normativa nazionale e internazionale sulla sicurezza portuale
• Norme tecniche manutenzione carrelli elevatori
• Norme tecniche manutenzione gru di banchina
• Norme tecniche manutenzione transtainer
• Piano di sicurezza aziendale
• Procedure di carico/scarico container
• Procedure di manutenzione ordinaria impianti e macchinari
• Sistemi di immagazzinamento e movimentazione merci
• Strumentazioni elettroniche di ausilio all’imbarco/sbarco delle merci
• Tecniche di imbracatura carichi
• Tipologie di container
• Tipologie di imbracatura carichi
• Tipologie di merci e specifiche di stoccaggio di prodotti agricoli

Per approfondimenti: Il gruista portuale

Il gruista nel porto virtuale

Il gruista nel porto virtuale

Fondazione Cif Formazione ha concepito e commissionato a BTR tre moduli di cabine virtuali per i corsi dedicati agli operatori di portainer e reach stacker

Il sistema dei trasporti ha assunto negli ultimi anni un ruolo strategico nelle moderne economie per l’influenza di una serie di fattori strutturali, riconducibili al fenomeno della globalizzazione e della libera circolazione delle merci.
L’integrazione commerciale, la crescita degli scambi – in particolare nell’ambito dell’Unione Europea – e l’incremento dei volumi, hanno determinato l’affermarsi di una complessa organizzazione logistica basata sul “just in time” e sull’efficienza spinta ai limiti delle capacità infrastrutturali del sistema integrato dei trasporti, originando rischi per la sicurezza dei lavoratori e per la redditività degli operatori economici.

Organizzazione, tecnologia e nuove infrastrutture per vincere la competitività

L’evoluzione del settore della logistica e del trasporto ha confermato che la competitività di uno scalo è oggi strettamente connessa ad un modello di inoltro e distribuzione efficace ed efficiente, che tende sempre più a ridurre le situazioni di disfunzioni operative al fine di ottimizzare i margini operativi.
Organizzazione, tecnologia e nuove infrastrutture, anche informative, rappresentano oggi elementi cardine per vincere le sfide della competitività.
Da questo punto di vista, vi è piena consapevolezza che per migliorare la fruizione delle infrastrutture e dei servizi portuali, elevare i livelli di sicurezza, ottimizzare gli spazi e contenere i tempi del ciclo portuale occorre sempre più considerare il sistema della portualità come l’elemento centrale di un sistema logistico integrato, composto dal porto e dalle strutture interportuali e retroportuali disposte sul territorio produttivo di riferimento.
I porti, in qualità di nodi logistici complessi, rappresentano una fase cruciale del ciclo in termini di concentrazione dei traffici e gestione delle attività di distribuzione. Le profonde trasformazioni che hanno investito il settore dei trasporti e della logistica determinano l’esigenza di predisporre innovativi strumenti, idonei a garantire la competitività del sistema portuale e logistico nel quadro delle relazioni internazionali a partire dalla formazione del personale operante in tutti i settori del comparto.
In quest’ottica, la Fondazione Cif, ente di formazione storico della Regione Liguria, ha incrementato i processi di supporto a una gestione efficiente dell’intera filiera logistica, assumendo il ruolo di collettore delle esigenze formative dei terminalisti, degli operatori marittimi, degli spedizionieri e di tutte quelle realtà produttive che operano nel sistema della portualità.

Progetto e sviluppo del Genoa Port Training Centre

Fondazione Cif Formazione ha così affidato a BTR (Better Than Real Simulators) – società spin-off fondata da ricercatori e tecnici della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – il progetto e lo sviluppo del Genoa Port Training Centre, un laboratorio virtuale di simulazione per mezzi meccanici di movimentazione delle merci portuali e retro portuali.In particolare, è stato concepito un simulatore di portainer (Ship to Shore), la gru più utilizzata per il sollevamento e lo spostamento dei container dalle navi mercantili alle banchine del porto e viceversa.
Secondo le più avanzate tecnologie informatiche, l’operatore, durante questa simulazione formativa, è completamente immerso nel mondo virtuale. I progettisti di BTR hanno realizzato una cabina virtuale delle stesse dimensioni di una cabina reale, con la particolarità di poter essere smontabile e installabile anche in ambienti dalle dimensioni contenute. Le quattro grandi vetrate reali (una in posizione frontale, una inferiore e due laterali) sono state sostituite da panni da retroproiezione sui quali viene riprodotta la scena simulata con l’ausilio di quattro proiettori collocati all’esterno, solidali alla struttura. All’interno della stessa cabina è stata installata una seduta (prodotta secondo le specifiche di quelle maggiormente utilizzate attualmente sulle gru portainer) con tutta la strumentazione di bordo con la quale l’operatore potrà riprodurre fedelmente tutte le manovre necessarie nei reali cicli di lavoro.

I tre simulatori della Fondazione

Attualmente sono già tre i simulatori in possesso della Fondazione. Nel laboratorio Genoa Port Training, oltre al già descritto simulatore tridimensionale di gru portainer, sono stati sviluppati e realizzati – sempre in collaborazione con BTR – un simulatore di reach stacker e di trattore portuale e un simulatore combinato trasportabile con visore di realtà virtuale. L’ultimo e già recente modulo di sinulatore li racchiude tutti quanti in un’unica cabina di manovra. Reachstacker, Portainer e Trattore con ralla vengono simulati attraverso un dispositivo dal valore aggiunto della facile trasportabilità, ideale per seguire percorsi di formazione anche al di fuori della sede della Fondazione Cif. La cabina ha quindi tutti i comandi primari in grado di soddisfare tutti e tre i tipi di simulazione e l’aspetto tecnologicamente avanzato riguarda il fatto che la visione degli scenari applicativi è resa possibile da un Head Mount Display con tracker implementato dal punto di vista dell’utente, sul quale sarà installato anche un dispositivo per la ricostruzione virtuale degli arti superiori. L’utente sarà cosi proiettato in uno scenario virtuale perfettamente calibrato con la realtà, in un feedback tattile reale con i comandi stessi.

Simulazione su misura

Da anni BTR trasferisce le proprie tecnologie studiate all’interno del Laboratorio Percro della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, creando dispositivi che si avvicinino il più possibile alla realtà.
Per questo tutti gli ambienti virtuali riprodotti sono ambienti reali di lavoro, ricreati a misura delle esigenze del cliente nell’identificazione di casistiche operative e situazioni di pericolo virtuale. I moduli realizzati da BTR possono essere utilizzati sia come tutorial per formare gli operatori, sia come aggiornamento per il personale già formato. La facoltà di personalizzare vari software per il riconoscimento di errori (manovre sbagliate, limiti superati, urti accidentali) creando database personalizzati per monitorare le prestazioni dei vari utenti/allievi, è un’altra prerogativa dei prodotti BTR. Nel caso dei moduli concepiti per Fondazione Cif Formazione, tutta la parte meccanica è stata progettata e realizzata su richiesta del cliente, personalizzandone forme e colori.