Innovazione nel recruiting. Come sfruttare la gamification

Questo weekend mi trovavo a giocare con mio figlio a “Era – Età medievale” gioco da tavolo di costruzione che rappresenta una brillante evoluzione dei classici giochi “roll and write”.
Mentre ognuno cercava di vincere la partita si discuteva del servizio e dei vantaggi che hanno le società a rivolgersi alle agenzie per il lavoro del recruitment per la ricerca di personale. 

La sua perplessità sulle difficoltà del nostro lavoro mi ha fatto riflettere. 

Visto dall’esterno il nostro ruolo di “ricercatori di talenti” sembra essere inutile in un mondo dove i disoccupati sono sempre di più e dove le imprese che assumono son sempre di meno.

Eppure la realtà è un’altra.

La GeoJOB Recruitment si rivolge alle aziende di un settore molto particolare e complicato da capire, quello dell’edilizia, delle costruzioni, dell’impiantistica e dell’ingegneria geotecnica. 
Ha il compito, cioè, di studiare e analizzare i candidati, cercare di scoprire le loro inclinazioni per comprendere come potranno inserirsi all’interno della nuova organizzazione facendo capire quale sarà il loro ruolo ed individuare il candidato giusto; non soltanto dalla sua competenza ed esperienza lavorativa. 

Tutti i giorni veniamo in contatto, di persona o telefonicamente, con decine di candidati e posso assicurare che il nostro lavoro non è per niente semplice.

Lo sviluppo tecnologico ci sta portando ad affrontare un tema di cui si sta dibattendo molto in questo ultimo periodo: l’innovazione può aiutarci ad individuare i candidati migliori?

Alla fine del gioco ho lasciato mio figlio con una citazione di un aforisma di Platone:

“Si può scoprire di più su una persona in un’ora di gioco che in un anno di conversazione”

Lo diceva Platone 400 anni prima della nascita di Cristo e oggi la gamification è una delle realtà più innovative nell’ambito della selezione del personale.

A questo punto ho suscitato in lui un’ampia curiosità sull’argomento.

Cosa significa “Gamification”?

Il modo più semplice ed immediato per spiegare il termine “gamification”, traducibile in italiano come “ludicizzazione”, è definirlo come “l’uso di meccanismi di gioco ed elementi di game design in contesti estranei al gioco stesso”.

Non dobbiamo confondere gamification con games. Non stiamo parlando di videogiochi. La gamification cerca di sfruttare varie tecniche per aumentare e migliorare il coinvolgimento delle persone usando le dinamiche del gioco.

Perchè utilizzare lo strumento della gamification per ottimizzare il processo di selezione?

Uno degli obiettivi della gamification è quello di rendere il candidato più fedele e appassionato al processo di selezione. 

Nel settore del recruitment  esistono delle aziende che utilizzano la gamification sia per motivare le persone a candidarsi che per fare delle preselezioni più dettagliate della massa di candidati. 

Nel settore dell’edilizia ancora oggi queste tecniche rimangono poco utilizzate. 

Noi di geoJOB non vogliamo sottrarci alla possibilità di utilizzare questo strumento per la preselezione.
Ciò che infatti rende un gioco, e di conseguenza anche la gamification, divertente, avvincente, stimolante e risonante emotivamente, non va cercato tanto nel semplice uso dei meccanismi di gioco ma nel game design, che rappresenta di fatto la parte artistica ed esperienziale della gamification. 

Le tre strategie sacre della gamification

Ci sono principalmente tre strategie per ottenere altrettanti obiettivi aziendali: 

  • Creare dei livelli e tramite una serie di regole portare il candidato ad aumentare di livello. Con questa tecnica si stimolano i candidati a migliorare se stessi per ottenere punteggi sempre più alti;
  • Dare delle ricompense o dei feedback ai candidati. Questo li porta a visualizzare più chiaramente le cose che conoscono e le cose che non conoscono. I sistemi più avanzati affidano dei programmi di studio personalizzati sulla base di questi risultati. È una strategia molto utilizzata nei processi di selezione e formazione interna;
  • Affidare dei badge e dei riconoscimenti ai candidati per tracciare i progressi e ottenere degli status. Anche questa strategia viene sfruttata per coinvolgere maggiormente i lavoratori e creare una cultura aziendale devota al miglioramento continuo per ottenere uno status maggiore. 

Alla luce di queste considerazioni sembra evidente che la gamification, se ben progettata, è in grado di offrire diverse opportunità alle organizzazioni, anche per quel che riguarda il processo di recruitment, proprio per le sue capacità di coinvolgere gli utenti.

Tuttavia non la possiamo considerare una soluzione definitiva e completa, va innanzitutto inserita nel processo di selezione, che deve necessariamente partire da un professionale e dettagliato screening dei CV.

Una lettura sommaria dei CV potrebbe portare alla esclusione di un candidato ideale che la sola gamification non potrebbe far emergere.

L’argomento di come “saper leggere” un CV e se l’intelligenza artificiale, il machine learning e la semantica composta può aiutare il selezionatore sarà approfondito nei nostri prossimi post.  

Continuate a seguirci!

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Safety first! La sicurezza nei cantieri può essere assoluta?

Ancora una volta ci troviamo a dover parlare di una tragedia, un infortunio fatale sul lavoro
La prima domanda che ci viene in mente ogni volta che capita un infortunio sul lavoro è: si poteva evitare”? e le domande che ci rimpallano nella testa in continuazione sono “ma il lavoratore cosa poteva fare per evitare che succedesse”? e le aziende “cosa possono fare, quali azioni possono intraprendere per evitare che risuccedano altri casi”?

L’ultimo dei troppi incidenti sul lavoro

Leggendo i giornali e le interviste dell’ultimo infortunio successo nella costruzione della MM linea 4 di Milano, si intuisce che i turni erano regolari, il livello di sicurezza era molto alto, tutto il personale era inquadrato correttamente, dotato di attestati e patentini di abilitazione alla mansione, eppure è successo.
Si parla di “una tragica fatalità”.

Rafforziamo la formazione? Aumentiamo i controlli? Se tutto era in regola, cosa non ha funzionato?

Durante i miei 35 anni di esperienza vissuti in grosse aziende di costruzione, occupando ruoli apicali all’interno delle stesse, ho sempre avuto particolare attenzione agli infortuni.
Con la nostra RSPP analizzavamo settimanalmente gli indici degli infortuni di frequenza e di gravità.

Soprattutto, cercavamo di analizzare i mancati infortuni, perché è vero che spesso era determinante il fattore “C”, la “fortuna” che consentiva all’evento di non generare nessun coinvolgimento alle persone; ma l’analisi di quanto realmente accaduto ci consentiva di prendere quei provvedimenti che ci potevano permettere che non si verificassero altri incidenti in situazioni simili.
Quante imprese lo fanno?

Ritengo che i 3 pilastri per un corretto inserimento di una persona in cantiere siano:

  • Informazione
  • Formazione
  • Addestramento

Se eseguiti in modo sistematico e professionale, sono passaggi importanti, anzi fondamentali, nel percorso di crescita professionale di una persona; ma una componente che ritengo essere di grande importanza è l’esperienza dei nostri tecnici.

Ma cos’è “l’esperienza”? 

L’esperienza è l’accumulo costante di ciò che facciamo nella vita quotidiana, nel lavoro e nelle iniziative e decisioni che prendiamo.

Otteniamo il massimo del risultato quando associamo all’esperienza lo studio e la formazione.  

La migliore formazione è quella che viene impartita prima di iniziare a lavorare, quella, cioè, che ti consente di ricevere quelle nozioni teorico pratiche necessarie ad entrare in un cantiere ed essere immediatamente operativo e che consenta, nella maggioranza dei casi, di evitare i pericoli. 

Chi ha lavorato in un cantiere lo sa. Alcune volte basta uno sguardo per evitare che qualcuno si infortuni.
Quanti possono testimoniare di aver segnalato una crepa, un cedimento, una deformazione o un movimento errato di una attrezzatura e ciò ha impedito che succedesse l’irreparabile.

Non possiamo solo affidarci alla “fortuna” e non possiamo mai abbassare la guardia ed essere sicuri che tutto stia proseguendo bene.

Formazione e crescita professionale

Noi di geoJOB siamo convinti che la formazione sia fondamentale ma per essere efficace deve essere impartita prima che si entri in cantiere.
I contenuti non possono essere solo teorici ma occorre inserire nel programma anche un lavoro sul campo e deve poi proseguire in modo continuo e sistematico coinvolgendo tutto l’organico aziendale dando la possibilità, a tutti, di analizzare ogni caso che ci consentirà di accumulare quel bagaglio di esperienza che nei momenti critici ci potrà salvare la vita.

Negli anni ho attuato per le aziende per la quali ho lavorato in collaborazione con le scuole edili percorsi formativi della durata di 4 mesi in cui alternavamo formazione teorica e formazione sul campo insegnando alle giovani leve, e con l’ausilio di professionisti del settore, le basi e le nozioni fondamentali della meccanica, manutenzione ordinaria delle attrezzature, tecnologia dei materiali, saldatura, uso del cannello ossiacetilenico, il tutto nel rigoroso rispetto delle norme antinfortunistiche che venivano di volta in volta illustrate e spiegate.

Dobbiamo fare in modo di ritornare ad esercitare la forza dell’insegnamento, ora dobbiamo affrontare il problema del ricambio generazionale facendo in modo che chi ha lavorato anni e anni nei cantieri possa “travasare” le competenze e le esperienze alle nuove generazioni; solo così abbiamo una speranza che il mondo delle costruzioni possa continuare ad avere un futuro!

geoJOB si impegnerà a portare avanti questa visione cercando di coinvolgere chiunque possa influire a raggiungere l’obiettivo di “costruire lavoro” attraverso dei percorsi di qualificazione delle persone! 

Scrivetemi a info@geojob.it, avremo modo di confrontarci e di scambiare le nostre opinioni.

Guarda le posizioni aperte

Siamo all’inizio del 2020, cosa aspettarsi dal mercato dell’edilizia.

Siamo all’inizio del 2020 e con quest’anno inizia anche il prossimo decennio.

Il settore edile e tutto il suo indotto tecnico continua a vivere un periodo di profondo cambiamento, ma oggi più che mai “chi si ferma è perduto” per cui diventa sempre più importante mantenersi aggiornati e sempre informati sulle evoluzioni del settore.

Cosa ci si può aspettare dal 2020? Secondo alcuni rapporti congiunturali e previsionali, nel prossimo triennio è prevista una ripresa debole ma costante, anche per le opere pubbliche. Assisteremo ad un sempre maggiore utilizzo delle energie rinnovabili e l’impiego di dispositivi smart all’interno delle proprie abitazioni.

Quindi la sospirata ripresa non sarà a pieno regime ma necessita comunque essere preparati a soddisfare le richieste di personale che, è l’augurio di tutti, arriveranno.

I nostri suggerimenti:

Prima di tutto ricorda di aggiornare i patentini e attestati che abilitano l’uso di macchine e attrezzature. Tutti hanno una scadenza, alcuni biennali altri quinquiennali. Meglio essere sicuri di avere “tutte le carte in regola” così da essere pronti se arriva un’offerta interessante.

Un trend che non si indebolisce mai, riguarda i grossi cantieri che aprono all’estero.
GeoJOB già nel 2019 ha ricevuto molte richieste in diversi paesi in Europa e nord Africa, una competenza che ci chiedono è la conoscenza dell’inglese e il primo consiglio che vi diamo è “imparate l’inglese”; può aprirvi dei nuovi orizzonti che magari non avete preso in considerazione.

E poi se vogliamo rimanere sul frivolo a volte ci capita di imbatterci in documentari interessanti  e curiosi legati al nostro settore possono farci scoprire cose nuove e nello stesso tempo intrattenerci.

Su Netflix  ci è piaciuto il secondo episodio della seconda stagione diThe art of abstract, quello sulla bioarchitettura. In questo episodio vengono presi in considerazione materiali innovativi che cercano di imitare la natura.

Su Sky invece le puntate di Mega costruzioni sono molto interessanti: super strutture dedicata al ponte di Hong Kong, e il documentario Notre Dame brucia dove si parla della struttura della chiesa e dell’incendio avvenuto nel 2019 sul cantiere presente nella copertura.

E voi avete un documentario che volete raccomandarci?