HSE Manager: salute, ambiente e sicurezza nelle mani di un professionista

Salute, ambiente e sicurezza sono  alcuni dei temi più caldi di questo periodo storico e, a maggior ragione, se si entra nell’ambito dell’edilizia… Per questo motivo diventa fondamentale la presenza di una figura professionale che si occupi della corretta gestione di questi 3 aspetti.

Questa importante professione , ormai sempre più ricercata dalle aziende, è l’HSE Manager.

Il nome – da sé – dice ben poco e perciò oggi ti aiuteremo a scoprire cosa significa essere un HSE Manager, di cosa si occupa e qual è il guadagno di questo professionista.

HSE Manager: cosa vuole dire?

HSE è un acronimo inglese, che sta per “Health, Safety & Environment”.

Più semplicemente possiamo dire che l’HSE Manager è colui che si occupa della gestione di Salute, Sicurezza e Ambiente all’interno di una azienda.

Ma da dove nasce l’esigenza di una figura del genere?

In primo luogo, dalla legislazione europea delle 3 materie che abbiamo nominato prima e che è davvero molto complessa, anche per gli addetti ai lavori

… e da qui la necessità per le aziende di assumere qualcuno che la conosca e sappia applicarla nel migliore dei modi.

In secondo luogo, dal fatto che queste 3 materie sono strettamente interconnesse.

Diventa quindi ancora più importante la possibilità di avere una persona che le gestisca come se si trattasse di una sola materia.

Una sola persona che risolve e gestisce più problematiche, esattamente quello che cercano le aziende al giorno d’oggi.

Ma andiamo nel dettaglio…

Cosa deve saper fare un HSE Manager?

Ogni azienda deve avere degli specifici requisiti in ambito HSE.

L’HSE Manager – conoscendo la legislazione di queste 3 materie – garantisce il rispetto di questi requisiti. 

Ma non solo…

Grazie alle sue competenze (di cui parleremo tra poco) è in grado di agire strategicamente per favorire lo sviluppo e il miglioramento dell’organizzazione aziendale in questi ambiti:

  • Prevenzione;
  • Gestione;
  • Sviluppo.

Ma vediamo alcuni esempi di attività svolte dall’HSE Manager:

  • Redige e aggiorna i documenti in materia di sicurezza e ambiente;
  • Gestisce i sistemi di sicurezza e di tutela ambientale (monitorandoli); 
  • Mantiene i rapporti con le autorità competenti e gli enti certificatori;
  • Studia e realizza gli adeguamenti necessari con le nuove norme;
  • Risolve le prescrizioni e le non conformità; 
  • Valuta i rischi e i piani di miglioramento; 
  • Verifica e gestisce i piani di manutenzione; 
  • Si assicura la disponibilità ed il corretto uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI) e le disposizioni del Piano Operativo di Sicurezza (POS).

In poche parole, è necessaria una conoscenza trasversale con competenze legali, tecniche, normative e, non meno importanti, gestionali e relazionali.

Leadership e managerialità sono quindi le due parole chiave per descrivere questa figura professionale.

Ma come si arriva ad avere le competenze per ricoprire questo ruolo?

Formazione e percorso di studi dell’HSE Manager

Dal punto di vista normativo la licenza media è il titolo minimo richiesto per poter ricoprire questa carica.

Appare quindi chiaro che – vista la sua grande specializzazione – siano necessari esperienza lavorativa e continui corsi di formazione ed aggiornamento.

Gli enti preposti alla formazione sono quelli accreditati dalla Regione e i corsi, della durata minima di 400 ore e con attestato finale, devono toccare i seguenti ambiti:

  • giuridico-amministrativo;
  • organizzativo-gestionale;
  • ambientale;
  • salute occupazionale;
  • sicurezza sul lavoro.

Per quanto riguarda sicurezza e ambiente è richiesto inoltre un aggiornamento professionale di almeno 72 ore ogni 3 anni.

Come è chiaro da questa analisi, l’HSE Manager è un’attività professionale non regolamentata ossia non esiste un titolo di studio che ne certifichi la possibilità di ricoprire questo ruolo.

Questo apre degli scenari interessanti dal punto di vista lavorativo, in quanto chiunque possieda una licenza media, una certa esperienza nell’ambito e attesti il completamento dei corsi di formazione può fare richiesta per ricoprire questo ruolo.

Ma è proprio per questa ragione che è fondamentale che le proprie competenze siano certificate, come vediamo ora.

Come si certificano le competenze di un HSE Manager?

Se si ha intenzione di far riconoscere e certificare le proprie competenze – così da poter essere avvantaggiati in chiave lavorativa – bisogna rivolgersi ad un Organismo di Certificazione accreditato dal Regolamento Europeo.

L’iter prevede una richiesta (a seguito di un autodichiarazione) da presentare all’Organismo di Certificazione. Verificata l’ammissibilità del candidato, sarà ammesso ad una prova d’esame orale e scritta.

A questo punto, resta solo più una domanda: 

Quanto guadagna un HSE Manager?

Lo stipendio di un HSE Manager è sicuramente una motivazione in più per voler ricoprire questo ruolo.

Si parte infatti – per un manager con poca esperienza – da 40.000 euro annui, per arrivare fino a 60.000 per un professionista con una maggiore esperienza sul campo.

Un ottimo stipendio quindi, che unito alla dinamicità della figura, lo rende un ruolo veramente interessante. 

Come abbiamo già visto la richiesta è molto alta e le posizioni aperte sono numerose.

Noi di GeoJob possiamo aiutarti a scegliere quella che si adatta di più a te in base alla tua esperienza e formazione.

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La vita ci riserva sempre delle sorprese…

La vita ci riserva sempre delle sorprese, soprattutto sul lavoro.

Oggi vi parliamo della storia di Mohammed Ali, un ragazzo di 26 anni scappato, a bordo di un barcone, dal Libano, a causa della guerra che ancora oggi affligge il Paese.

Dopo un viaggio disperato e pericoloso sbarca a Lampedusa e da lì, con mezzi di fortuna, arriva a Milano. Spesso, in una grande metropoli come Milano, si fa molta fatica a farsi strada, soprattutto se sei un immigrato. Nonostante ciò, Mohammed vuole provarci! Si propone per tanti piccoli lavori per guadagnare qualcosa, sacrificandosi, e non poco, per tirare avanti. Nonostante l’impegno, nessuno dei suoi datori di lavoro è disposto a fare un contratto “serio” al ragazzo, un po’ per via del suo permesso non regolare un po’ per i soliti pregiudizi che riguardano gli extracomunitari.

Un mattina, in quello che sarebbe dovuto essere il suo ultimo giorno di lavoro presso il mercato di quartiere, un uomo, nota Mohammed, la sua voglia di fare, di imparare e di integrarsi il più possibile, osservando con piacere la cordialità che ha nei confronti dei clienti. Così si avvicina e gli parla…

Com’è finita la storia?

Mohammed ora lavora per una grossa ditta del settore edile, con un lavoro stabile e con il permesso di soggiorno regolare. Il suo datore di lavoro ha fatto di tutto per fornirgli tutto il necessario per il lavoro, creando anche le condizioni giuste per metterlo a suo agio ed esprime la sua cultura e la sua religione. Ad esempio, ha concesso a ragazzo il permesso di pregare liberamente durante le ore di lavoro ed ha inserito nella mensa di lavoro l’alternativa alla carne di maiale, vietata dall’Islam.

Ora Mohammed è diventato un Capo Cantiere affermato e, recentemente, ha portato in Italia tutta la sua famiglia facendola stabilire a Milano in un grazioso appartamento!

Come visto, a volte basta poco per aiutare qualcuno, anche solo alzare lo sguardo come ha fatto quest’uomo con Mohammed.

Inviaci una e-mail a info@geojob.it e raccontaci anche tu un’esperienza o un episodio vissuto tra i cantieri. Siamo appassionati di questi racconti e pubblicheremo ben volentieri anche la tua storia.

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Il geometra, una professione che attraversa i tempi

(e ora è più richiesta che mai)

Quella del geometra è una professione con antiche radici. La sua nascita risale ai tempi delle Legioni romane. All’interno di queste era prevista la figura del mensor, era di fatto un “topografo e misuratore”, preposto a queste mansioni presso gli accampamenti militari dell’esercito romano che aveva il compito di misurare e tracciare le linee degli accampamenti temporanei dei legionari, fino ad arrivare al Regio Decreto dell’11 febbraio 1929 n. 274 che ha ufficialmente istituito la professione del Geometra in Italia.

Dal 1929 ad oggi questa figura professionale si è continuamente evoluta per diventare il Geometra che conosciamo oggi: un professionista polivalente e smart.

Nonostante la crisi economica che negli ultimi anni ha colpito il nostro Paese, la mole di lavoro a carico del Geometra è notevolmente aumentata e ad oggi i giovani professionisti sono molto ricercati dato che questa figura professionale può svolgere infinite attività.

Inutile girarci intorno: le professioni legate all’edilizia e all’urbanistica stanno vivendo un periodo di grande richiesta (ne abbiamo parlato qui, nel nostro blog di geoJOB) ma – nello specifico – la figura del Geometra è da sempre un evergreen, una delle professioni preferite dagli studenti italiani dato che alterna fasi di ufficio ad altre all’ “aria aperta” – a contatto con il pubblico.

Ultimo ma non per importanza: è un lavoro che permette di essere intrapreso sia da dipendente che da professionista, non obbligando la persona a scegliere “una delle due alternative” (perché non si hanno altre possibilità) per fare questa professione ma… puoi prendere la via che più ti mette a tuo agio!

Tanti sono i percorsi di studio per poter intraprendere questa professione – in grado di intervenire in più settori professionali, con” l’obbligo” di essere sempre aggiornato (e non rimanere tagliati fuori).

A seconda degli obiettivi personali, l’iter da seguire per diventare Geometra può essere differente, ma prima di tutto occorre capire quali sono le mansioni attuali di questa professione.

Approfondiamole!

Il geometra: chi è e cosa fa?

Un geometra qualificato, grazie agli studi trasversali che compie, svolge diversi compiti. Alcuni sono compiti comuni anche ad altre professioni tecniche, altri invece sono attività che vengono riconosciute all’unanimità come tipiche e caratterizzanti la figura del geometra.

Partendo dalle più classiche, il Geometra si occupa di alcune aree di attività che toccano tanti aspetti differenti e spesso richiedono una grande elasticità mentale… Ossia:

  • Campo edile;
  • stime immobiliare, in particolare nel settore privato
  • direzione dei lavori nei cantieri edili e supervisione dei processi di sicurezza sul lavoro
  • topografia e rilevazioni
  • attività di verifica e notifica in ambito catastale
  • certificazioni energetiche
  • perizie e stime di danni di incidenti stradali, incidenti e calamita naturali.

con mansioni anche molto differenti tra loro, sia a contatto con le imprese che con il privato (o il pubblico).

Può essere inoltre un valido consulente per quanto riguarda i bonus fiscali legati all’edilizia ed esperto in materia di risparmio energetico.

L’evoluzione informatica e tecnologica ha coinvolto anche questa professione, tra i professionisti è ormai facile conoscere chi si occupa di progettazione 3D/BIM, rendering o rilievi con droni.

Molto diverse, non ti pare?

Potremmo continuare a scrivere all’infinito per elencare le varie interazioni che questa professione offre.

Bene, viste quali sono le mansioni di un Geometra, è il momento di analizzare il percorso per intraprendere questa professione.

Quale strada devi seguire per diventare un Geometra?

Primo passo (inevitabile) è il diploma di maturità.

La scelta migliore è la scuola per Geometri, che oltre alle classiche materie prepara il “terreno” per il futuro lavoro. Parliamo di:

  • Disegno tecnico;
  • Estimo & topografia;
  • Impianti;
  • Economia;
  • Tecnologia delle costruzioni.

… E una volta arrivato (e superata) alla maturità, ci sono due strade possibili:

  1. Formazione post diploma;
  2. Università.

Che, ricordiamo, NON sostituiscono l’Esame di Stato: dovrai comunque sostenerlo! Vediamo quali sono i due percorsi nel dettaglio.

a.   Come diventare Geometra professionista dopo il diploma?

Ottenuto il diploma, dovrai concentrarti sull’Esame di Stato, che non può essere sostenuto da tutti ma solo da chi segue una di queste strade:

  • un tirocinio professionalizzante di (al massimo) 18 mesi presso studi di geometri, architetti o ingegneri civili, iscritti da più di 5 anni negli albi professionali o laureati in facoltà che consentano l’accesso all’Esame di Stato abilitante alla professione di geometra;
  • un lavoro da dipendente di almeno 18 mesi, se attinente alle attività tecniche amministrative;
  • la frequenza con esito favorevole ai corsi professionali, della durata di 6 mesi;
  • la Frequenza con esito favorevole di corsi d’Istruzione e Formazione Tecnica Superiore, che durano 24 mesi e con successivo tirocinio di almeno 6 mesi;
  • Frequenza con esito favorevole di percorsi di alternanza scuola-lavoro organizzati dalla propria scuola superiore – che prevedano una durata di 4 semestri e successivo tirocinio di almeno 6 mesi.
  • Frequentare un corso di laurea triennale in costruzioni e gestione del territorio. In questo caso il conseguimento della laurea è abilitate, pertanto on è necessario dover superare il successivo esame di abilitazione.

Per assolvere all’obbligo ogni geometra deve conseguire nel triennio almeno 60 Crediti Formativi Professionali (CFP), scegliendo in maniera autonoma e confacente ai propri interessi gli eventi formativi da seguire

b.   Geometra laureato

Invece, per diventare geometra con la laurea, dovrai laurearti in una di queste facoltà:

  • Scienze dell’architettura e dell’ingegneria edile;
  • urbanistica e scienze della pianificazione territoriale e ambientale;
  • Edilizia;
  • Ingegneria delle infrastrutture;
  • Sistemi informativi territoriali…

e fare 6 mesi di tirocinio. A quel punto, puoi dare l’Esame di Stato!

Qualunque sia la strada che prenderai (laureato o diplomato), la professione di geometra si “ripaga” della fatica molto velocemente dato che il guadagno è ottimo già dopo qualche anno di esperienza.

Ne parliamo ora.

Geometra: quando guadagna?

Secondo Cassa Geometrilo stipendio netto medio annuale è di circa 22.000 euro, con una forbice che va da:

  • 700 € al mese, per i tirocinanti senza esperienza;
  • 3.000€, per i professionisti più “scafati”.

Sempre basandoci sulla media (dato che non si può fare caso per caso) lo stipendio medio è di 1.650 euro, che sale o scende sulla base dell’esperienza e della specializzazione.

Il geometra oltre a trovare opportunità come libero professionista offre anche diverse possibilità di lavoro subordinato sia all’interno delle aziende del settore edile, sia in enti pubblici (pensiamo, ad esempio, al tecnico comunale).

In mezzo a tutte queste sfaccettature di questa fantastica professione, ci sono alcune caratteristiche che accomunano e che contraddistinguono il geometra come la passione per il proprio lavoro, la praticità, la conoscenza del territorio e una capacità che ci insegnano a sviluppare già dal primo giorno di scuola superiore: risolvere i problemi.

Perciò…

Puoi vedere da te come il geometra è una professione molto interessante e appetibile (nonché redditizia).

Inoltre – con il boom del settore edilizia & costruzione – questi professionisti sono sempre più ricercati e i loro stipendi in crescita… Perché perdere quest’occasione?

Scopri le offerte di lavoro per Geometri sul nostro portale geoJOB!

La crescita inarrestabile del settore edile:

Bolla destinata a scoppiare o motore trainante della ripresa?

Quando un settore cresce così tanto – soprattutto dopo un periodo di crisi come il Covid – ci sono sempre dei sentimenti contrastanti:

È un fuoco di paglia?

Per ora “tutto gira” ma domani? Cosa succederà?

Sentimenti comprensibili, sia dall’una che dall’altra parte.

Ma… chi ha ragione? L’ottimista o il pessimista?

Dipende!

Ci spieghiamo meglio.

Innanzitutto, dipende da cosa intendiamo per settore edile: molte persone (sommerse da continue notizie in televisione sul tema) credono solo che sia legato al 110%.

Certo, questo super bonus ha dato una grande spinta alla ripresa di tutte le professioni e maestranze collegate ma… le abitazione private (e condomini) non sono gli unici “edifici” che vengono costruiti da chi lavora nell’edilizia.

Tante sono le applicazioni e, alcune, le abbiamo già trattate nel nostro blog, come il tema delle

Smart city: L’edilizia del futuro

(puoi recuperare l’articolo completo qui…)

Che sono ancora progetti ambiziosi ma che definiranno le nostre vite nei prossimi anni, rivoluzionando di vivere le città – sotto ogni punto di vista… come, ad esempio:

  • La mobilità;
  • L’ambiente;
  • La sicurezza;
  • Le infrastrutture;
  • etc…

Puoi già notare da te (anche se non sei esperto in questo ambito o vorresti avvicinarti) come tutte queste “costruzioni” non siano case eppure fanno parte del settore edile.

e sono sull’agenda di moltissimi Stati – nonostante non ci siano bonus al momento.

Il che significa che ci saranno degli appalti ai privati e le opportunità di lavoro – se possibile – continueranno ad aumentare.

D’altronde, ristrutturare una casa richiede un certo numero di persone e impegno…

… ma riprogettare una città è uno sforzo completamente diverso!

Ecco perché siamo convinti che il settore edile, nel triennio 2020 – 2022, sia ben lontano dall’arrestarsi.

Certo – magari la crescita diminuirà (com’è naturale che sia in ogni settore) – ma il focus dei lavori si sposterà.


Oggi il 90% delle imprese italiane è focalizzato sul privato ma domani? Aziende? Città? Infrastrutture?

In più dobbiamo considerare che questa ondata di bonus riguarda le ristrutturazioni e non le nuove costruzioni… altra “nicchia” non considerata attualmente ma che potrebbe diventare predominante nei prossimi anni.

Inoltre, noi di geoJOB abbiamo notato come le aziende stiano cercando sempre nuovi professionisti con collaborazioni freelance e assunzioni – per integrare le loro forze attuali.

E non parliamo di profili di basso livello, ma di grandi opportunità per capo commessa, geometri e tanti altri (puoi scoprirle tutte qui)… il che significa che sono ben lontane dal completare i loro progetti e, arrivati a quel punto, ci saranno nuovi progetti (come dicevamo poco sopra).

Esatto: le aziende sono alla ricerca disperata di figure professionali, dato che…

  • Nel 2021 gli investimenti nel settore edile sono cresciuti del 17,6%;
  • Nel 2022 cresceranno ancora del 6,6%…

considerando che nel 2020 era diminuito solo del 5,5%.

Tradotto in parole semplici: il settore è sceso nel 2020, ma già nell’anno successivo la crescita è stata di tre volte tanta la caduta (recuperandola del tutto…) ma non si è arrestata qui: nel 2022 sarà ancora in crescita. Di nuovo, oltre la caduta del 5,5%.

Le premesse per il futuro sono molto incoraggianti – considerando che il Pnrr è “appena” all’inizio e tale crescita era già stata confermata MOLTI mesi prima rispetto a questo piano.


Il che significa: incentivi o no, l’edile sarebbe cresciuto.

Magari più lentamente, certo, ma il trend aveva già segno “+”.

E se non sei ancora convinto del tutto sappi che, nel 2019, la crescita era stata del +4,3%: che significa questo dato?

Semplicemente, che solo una pandemia (evento eccezionale – ricordiamocelo) ha potuto invertire il trend che già era indirizzato verso l’alto.

Poi il 2020 negativo, ma subito recuperato e ampiamente superato.

E finora abbiamo parlato solo del passato: non possiamo sapere quali innovazioni tecnologiche ci saranno e in quale modo influenzeranno le nostre vite… figuriamoci i nostri edifici!

Insomma…

Se ti affascina l’ambito dell’edilizia e vorresti che diventasse il tuo settore lavorativo, puoi stare tranquillo: è un mondo che si evolverà ancora e per decenni a venire, variegandosi.

Magari per 5 anni ti ritroverai a costruire case, poi passerai alle infrastrutture, poi alle aziende e poi… chissà!

Ciò che è certo è l’importanza di formarsi e costruirsi delle solide competenze: una volta acquisite (se già le hai e vorresti cambiare “aria”) non ti resta che preparare il tuo CV, capire quali sono le tue ambizioni e…

Cercare il lavoro dei tuoi sogni qui, nel nostro portale dedicato solo ai lavori del settore edile e delle costruzioni!

Perché è importante il corso di formazione sulla sicurezza del lavoro?

Il corso che può salvarti la vita

Visto – erroneamente – da molti come un corso “inutile” o una perdita di tempo e utile solo per il rilascio dell’attestato, in realtà la formazione per la sicurezza sul lavoro è molto importante e può fare la differenza tra vita e morte – tua e di chi lavora con te.

E non solo!

Infatti, la salute e sicurezza sul lavoro è, innanzitutto, un diritto del lavoratore e presa con grande attenzione dallo Stato perché è stato dimostrato che – se si lavora in un ambiente sicuro – ci sono meno costi (dovuti anche alla mancanza di sanzioni) e si è maggiormente produttivi.

Tutti ci guadagnano: il dipendente, l’impresa e lo Stato – che non deve pagare cure mediche, giornate di lavoro perse, risarcimenti, premi assicurativi.

Proprio per questo motivo La formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro è obbligatoria per tutti i lavoratori (un dovere) e un diritto perché devono essere informati sui possibili rischi sul lavoro e formati sul corretto utilizzo delle attrezzature e delle procedure di prevenzione dell’azienda (dall’antincendio al primo soccorso).

Essendo obbligatoria, il datore di lavoro deve formarli, in riferimento al proprio posto e alla propria mansione, durante l’orario di lavoro e deve essere gratuita per il dipendente.

Detto ciò, arriviamo al cuore dell’articolo: perché è necessario fare formazione sulla sicurezza?

Lasciando da parte i motivi strettamente legali (è obbligatorio ed è un diritto e dovere del lavoratore), concentriamoci sui motivi meno evidenti, ma altrettanto importanti.

Due motivazioni (delle 3) ce le siamo già dette, ossia:

a. Previene gli infortuni

Non nascondiamoci dietro le ovvietà: solo chi lavora sbaglia e l’incidente – purtroppo – può capitare. Ci auguriamo sempre che si possa ridurre la gravità dell’infortunio e poterlo classificare come “un mancato infortunio”, la cui analisi consente di portare in evidenza una casistica utile a far emergere eventuali falle nel sistema di prevenzione,

Ma è qui che la formazione sulla sicurezza fa la differenza: la vera emergenza accade quando il lavoratore non conosce le procedure corrette e si comporta “a sensazione”: se capita questa situazione, la persona potrebbe mettere a rischio sé stesso e i colleghi.

E, infatti, le misure di prevenzione degli infortuni sul lavoro hanno lo scopo di evitare l’errore umano – insegnando le azioni corrette.

È fondamentale quindi garantire a tutti i lavoratori una formazione adeguata sull’importanza delle norme di sicurezza, che spesso vengono sottovalutate per poca attenzione.

Perciò non è considerato così determinante: tutte le mansioni (anche al di fuori dell’orario lavorativo) nascondono dei rischi e… solo chi li conosce li può evitare!

Il secondo motivo, invece, riguarda la produttività aziendale.

b. L’aumento di competitività dell’azienda

La formazione continua sulla sicurezza dei lavoratori è importante perché aiuta a mantenere alto il livello di competenza dell’azienda.

Il lavoratore che riceve corsi di aggiornamento periodici può accrescere le proprie competenze professionali (sia in teoria che nell’applicazione pratica – tramite l’utilizzo dei macchinari), sarà più sicuro sul suo funzionamento e potrà sviluppare nuove soluzioni per ottimizzare i tempi e i costi.

Insomma: fare formazione conviene anche all’impresa… perché dove c’è competitività c’è produttività ed efficienza.

Il terzo motivo – che non abbiamo ancora trattato – riguarda l’importanza del capitale umano…

c. La formazione sulla sicurezza è investire nelle persone

L’errore di troppe aziende è considerare la formazione una perdita di tempo (ed un costo)… quando in realtà è un investimento per le proprie figure professionali!

Ogni lavoratore è una risorsa importante per l’azienda e per questo deve essere tutelato dai rischi che può incontrare durante la sua giornata lavorativa.

E, come tutti gli investimenti, se non si dà la giusta attenzione… si possono avere delle gravi conseguenze per tutta l’azienda: infortuni, periodi di assenza, interruzione delle attività, danni economici, sanzioni penali. Tutti fattori non semplici da affrontare per il titolare d’impresa… meglio evitarli no?

L’unico modo per evitarli e ridurre le probabilità di infortuni e incidenti sul lavoro è proprio una formazione adeguata sulla sicurezza di tutti i professionisti.

Inoltre, dobbiamo fare in modo di ritornare ad esercitare la forza dell’insegnamento, ora dobbiamo affrontare il problema del ricambio generazionale facendo in modo che chi ha lavorato anni e anni nei cantieri possa “travasare” le competenze e le esperienze alle nuove generazioni; solo così abbiamo una speranza che il mondo delle costruzioni possa continuare ad avere un futuro!

Infatti, proprio nel settore delle costruzioni, i corsi di formazione (non solo quelli per la sicurezza) sono molto importanti per consentire alle imprese di innovare e poter realizzare progetti sempre più ambiziosi – con grande attenzione alla sicurezza e alle persone che lavorano al progetto.

Infine…

d. Bonus: Il valore aziendale

Investire nella sicurezza dei propri collaboratori è anche una via per migliorare il rating dell’azienda e può portare anche ad avere la possibilità di ottenere condizioni di credito migliori.

Perciò, è un’ottima via per migliorare la propria immagine aziendale, attirando nuovi possibili candidati preparati e attenti anche la sicurezza del proprio posto di lavoro.

Per questo motivo noi di GEOJOB accompagniamo le aziende nel percorso di formazione sulla sicurezza del settore edile (ma non solo) sia per i loro dipendenti attuali sia per quelli futuri che entreranno nei loro processi aziendali – così da poter contare su professionisti formati su questo e tanti altri argomenti specifici per le loro attività quotidiane.

Vuoi saperne di più sui nostri corsi di formazione specifici per il settore edilizia e infrastrutture? Puoi contattarci qui!

Settore edile: le nuove opportunità di lavoro

Una ripresa senza precedenti che si porta con sé molti scenari positivi

Certo, il 110% è stata sicuramente una grande opportunità per chi vuole ristrutturare o riqualificare la propria casa/appartamento, ma non è questo l’argomento del giorno…

Infatti oggi parleremo di come questo rilancio sia una grande chance anche per i lavoratori del settore edile o più semplicemente, di chi vorrebbe intraprendere una carriera in questo campo. 

Figure come: 

  • Architetti
  • Geometri; 
  • Pianificatori;
  • Responsabili vari (di cantiere, sicurezza, qualità, etc.)

sono molto desiderate dal mercato (e dalle aziende nel settore edile) ma che spesso non si trovano: infatti, oltre a dover conseguire lauree e/o abilitazioni all’albo (a seconda dei casi), c’è un costante bisogno di formazione continua per far fronte alle innovazioni e nuove sfide che si presentano nel settore delle costruzioni: materiali, processi, macchinari… è un mondo in continuo divenire!

Ma tra tutte queste professioni, quella che davvero manca alle aziende in questo momento è l’ingegnere civile e che ha “scatenato una caccia” ai migliori talenti presenti sul mercato. 

Chi è e perché l’ingegnere civile è così ricercato? 

L’ingegnere civile è un ingegnere specializzato nella progettazione e costruzione di edifici, strutture e infrastrutture in ambito civile

Pensa a tutto ciò che vedi intorno a te: 

  • strade;
  • ponti; 
  • ferrovie; 
  • gallerie;
  • dighe;
  • argini, 
  • porti e aeroporti…

E questi sono solo esempi di costruzioni pubbliche, per cui la lista dovrebbe anche comprendere tutte le lavorazioni private come stadi, edifici, etc…

Insomma, è in grado di seguire moltissimi progetti differenti!

E, soprattutto (motivo per cui è così apprezzato), è in grado di seguire tutte le fasi della costruzione di un ciclo di vita di una struttura, dalla progettazione a progetto fino alla manutenzione straordinaria, passando per la costruzione e la manutenzione ordinaria. 

Una figura dalle grandi responsabilità e da cui spesso dipende l’intero andamento del progetto. 

Infatti, l’ingegnere civile si occupa di realizzare disegni e bozze di progetti per poi unirli ai dati raccolti sul sito di costruzione (analisi del terreno, caratteristiche idrogeologiche…) per ricavarne degli studi di fattibilità e i successivi calcoli strutturali

Insomma… potremmo andare avanti ancora molto a lungo sulle sue capacità e abilità richieste dal mercato (impatto ambientale? Vincoli paesaggistici? Materiali? Tutti fattori da considerare…) e che, oggi più che mai, le aziende stanno cercando. 

Il 110% ha accelerato questa tendenza di settore e ha fatto sì che… manchino ingegneri civili per seguire i molti progetti di costruzione!

Infatti, le migliori offerte di lavoro per ingegneri civili arrivano proprio da queste imprese che – in assenza di nuove assunzioni – devono a malincuore lasciare dei progetti o allungarne di molto le scadenze (con il rischio di penali…). 

Ma non solo!  Le opportunità possono arrivare anche da imprese meno “conosciute” dalla maggioranza delle persone – come: 

  • società di manutenzione di strade e autostrade; 
  • studi di ingegneria che offrono servizi di consulenza
  • progettazione e direzione lavori nel campo dell’ingegneria civile..

Una figura chiave, che sa lavorare in squadra con altri professionisti come architetti, ingegneri e figure tecniche.

Un lavoro sia da cantiere sia da ufficio, dando al professionista anche varietà nella sua giornata lavorativa.  

E per tutti questi motivi… anche una figura pagata proporzionalmente alle sue responsabilità e compiti.

Perciò, se sei interessato a cambiare settore (oppure stai pensando di intraprendere da zero una carriera da ingegnere civile…) per trovare lavoro come ingegnere civile, allora sappi che le opportunità sono molte e ben retribuite

Ma, ovviamente, è bene partire in anticipo per “cavalcare l’onda” per poter costruire una solida carriera e una forte reputazione che ti garantirà una lunga strada di successi… 

Non perdere quest’opportunità: scopri le offerte di lavoro per ingegneri civili sul nostro portale!

L’Edilizia Off Site. Differenti idee di costruzione

Una modalità innovativa di costruire che riduce il lavoro in cantiere per localizzarlo in fabbrica, consentendo una riorganizzazione di tecnologie e processi unendo efficienza, velocità e sostenibilità.
In questo articolo ci soffermeremo sulle applicazioni dell’edilizia Off Site, sulle potenzialità e le differenze con l’edilizia tradizionale sino ad arrivare a una visione del presente e una prospettiva per il futuro.

Cos’è l’Edilizia Off Site

Si definisce Off Site la progettazione e realizzazione di determinati elementi costruttivi in un luogo diverso da quello del cantiere definitivo dove si procederà unicamente all’assemblaggio e montaggio. E’ possibile produrre lontano dal cantiere molteplici componenti, da singole parti della struttura a vere e proprie unità abitative con tanto di finiture.

Questi processi costruttivi uniscono due fondamentali capisaldi: efficienza e versatilità, in grado di apportare una netta svolta all’attuale modo di concepire, progettare e creare edifici.
E’ possibile applicare il concetto off site non solo per costruire nuovi edifici ma anche per rigenerare quelli inefficienti con un nuovo e positivo impatto ambientale donando nuova vita a queste strutture.

Le potenzialità e i vantaggi dell’Edilizia Off Site

Iniziamo da due tasselli dolenti che contraddistinguono il mondo dell’edilizia e delle costruzioni, i tempi e i costi. Chiunque operi in questo settore sa che il fattore tempo è un tassello imprescindibile, ritardi nella consegna equivalgono a forti penali con un inevitabile aggravio dei costi previsti. Altra sfida è quella di rientrare nel budget, spesso molto esiguo per quanto si deve realizzare.
Costruire secondo il modello Off site consente un marcato e significativo risparmio di tempi e costi, vedendo inalterata e migliorata la precisione.
E’ comprovato che questo metodo richiede tempistiche decisamente inferiori rispetto ai metodi tradizionali, si parla del 60% di tempo in meno.

Altro problema che chi lavora ogni giorno in cantiere ben conosce, gli inevitabili rallentamenti dovuti a fattori di forza maggiore come ad esempio l’influenza del clima e il lavorare in un ambiente rumoroso e sporco.
Spartire il tradizionale processo costruttivo, realizzando in un luogo protetto tutto ciò che è possibile effettuare al di fuori del cantiere e lasciando al sito costruttivo solo lo stretto necessario va a migliorare la qualità dell’ambiente di lavoro e ben si sa che migliorando questo fattore ne beneficia anche la produttività.
Lavorare in un ambiente protetto, consente anche un lavoro più preciso riducendo gli errori e la produzione di materiali di scarto.

Puntare sull’Edilizia Off Site per riammodernare e rendere smart le nostre città

Come il modello off site può coadiuvare tutto questo? Lo spostamento della produzione dal cantiere alla fabbrica, quindi in un luogo diverso e come dicevamo protetto e con condizioni di lavoro decisamente migliori rappresenta la soluzione in grado di assicurare il maggior incremento di produttività.

Sapete quanti edifici nel nostro paese sono stati costruiti prima degli anni ‘80? Tenetevi ben saldi alla scrivania, stiamo parlando del 76%, quasi 80 edifici su 100 hanno oltre quarant’anni.
E’ impensabile “dimenticarsi” di queste strutture, la parola d’ordine è ristrutturazione adeguandosi ai livelli di efficienza energetica richiesti oggigiorno dal mercato e donando nuova vita al patrimonio immobiliare esistente in chiave completamente green e sostenibile.

Non a caso è notizia all’ordine del giorno il bonus ristrutturazioni, lo sconto in fattura, e il tanto citato 110%. Un insieme di agevolazioni fiscali che mirano a incentivare a migliorare la classe di efficientamento energetico riducendo i consumi energetici, migliorando la qualità della vita e risparmiando sui costi di gestione dell’immobile, come ad esempio sulle bollette.

Il modello dell’Edilizia Off Site per le città del futuro

Come ci immaginiamo le città nel 2050? Bisogna costruire tenendo conto delle nuove esigenze di lavoro e mobilità delle persone riflettendo su un concetto fondamentale, ciò che si realizza non è una semplice struttura in mattoni e cemento ma un contenitore di vita e il comfort abitativo è fondamentale.

Urge costruire rapidamente, con un basso impatto ambientale e con l’ausilio delle tecnologie più recenti, ripensando Industrialmente il settore delle Costruzioni e l’edilizia off site può esserci di grande aiuto.
Nei prossimi decenni o forse anche prima si prevedono catene di fabbriche interconnesse e sincronizzate in cui in real time si producono componenti edilizi e impiantistici complessi nonché interoperabili che saranno messi a sistema in cantieri interamente automatizzati e robotizzati popolati da operatori dotati di esoscheletri.
Per alcuni potrebbe sembrare che stiamo narrando fantascienza ma se si pensa alla velocità con cui muta la tecnologia il profumo di realtà diventa sempre più percepibile.

Abbiamo visto che costruire off site è un tassello di imprescindibile importanza, la prova tattile che per progettare il futuro e migliorare il presente a essere necessari non sono più soldi o più tempo ma un nuovo modo di concepire il tradizionale metodo costruttivo.

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