Le tre azioni che permetteranno alla tua azienda di aumentare la competitività e ricavi nel 2023

Secondo la più classica delle definizioni, l’azienda è un organismo composto di persone e beni, diretto al raggiungimento di un fine economico.

Alla base del raggiungimento di questo fine economico ci sono due elementi fondamentali, strettamente connessi e da cui è impossibile prescindere:

  • competitività;
  • ricavi.

Partiamo da una premessa.

È chiaro che da quando esiste il concetto di impresa, la necessità di essere competitivi sul mercato e di agire in maniera profittevole sono alla base del successo.

Ma è altrettanto chiaro che il modo di fare impresa è mutato innumerevoli volte dalle sue origini.

Soprattutto in un’epoca come questa – dove lo sviluppo tecnologico è velocissimo, costante ed inarrestabile – i cambiamenti sono sempre più repentini e all’ordine del giorno.

Per questo motivo quello che ci chiediamo oggi – ed a cui vogliamo dare una risposta – è come fare impresa risultando competitivi e aumentando i nostri ricavi nel 2023.

In questo articolo tratteremo l’argomento analizzando le 3 azioni che permetteranno alla tua azienda di proiettarsi in un futuro non troppo lontano in maniera efficace:

  • lean construction e lean management;
  • digitalizzazione;
  • sostenibilità.

Procediamo con ordine e cominciamo analizzando nel dettaglio il primo punto.

Lean construction e Lean management

Il Lean Management è un sistema composto da principi, tecniche e strumenti che massimizzano il valore per il cliente finale, lavorando anche sull’eliminazione degli sprechi.

Ma cosa significa massimizzare il valore per il cliente di oggi?

Significa distinguersi, consolidare nel tempo la propria posizione di mercato e valorizzare il proprio lavoro.

Abbiamo parlato di sprechi e della loro eliminazione.

Questo è un elemento fondamentale, perché gli sprechi di energie e risorse hanno delle conseguenze abbastanza pesanti sulla nostra azienda:

  • appesantimento dei bilanci;
  • impossibilità a soddisfare i proprio clienti;
  • limitazione al benessere di chi lavora.

Ma in che modo il Lean Management interviene favorendo l’eliminazione degli sprechi?

Attraverso il miglioramento continuo dei processi da parte delle persone stesse che se ne occupano, attraverso 3 procedimenti fondamentali:

  • formazione del personale;
  • coinvolgimento del personale;
  • capacità di lavoro in team del personale.

In altre parole il Lead Management e la sua applicazione nel mondo dell’edilizia (Lead Construction) costituiscono un rinnovamento della strategia aziendale che fa leva sull’organizzazione interna, ponendo una particolare attenzione alla riorganizzazione dei processi e allo sviluppo del personale.

Abbiamo parlato di miglioramento dei processi grazie anche alla formazione e al coinvolgimento del personale.

La prossima azione riprende questo tema e trova fondamento in un processo ormai necessario per le aziende…

La digitalizzazione 

Analizziamo l’argomento partendo da una doverosa premessa.

La digitalizzazione non è una novità nel settore dell’edilizia, ma è chiaro come negli ultimi due anni questo processo necessario abbia visto una grande accelerazione.

Questo cambiamento si nota in particolar modo nel modo in cui si vive questa trasformazione: si è passato sostanzialmente da un atteggiamento passivo e di resistenza al cambiamento – naturale in tutti i processi evolutivi – a un atteggiamento proattivo e di piena disponibilità e collaborazione verso questo tipo di innovazione.

In tal senso aiutare i propri collaboratori a comprendere meglio i cambiamenti è di primaria importanza per chi gestisce un’azienda.

La strategia deve essere chiara e votata al coinvolgimento attivo, così da poter agire in maniera efficace sui processi. 

Ma cosa significa digitalizzare un’azienda edile?

Fondamentalmente gestire e ottimizzare i processi al fine di renderli più efficienti e avere più energie da dedicare ad altre attività produttive.

Riassumendo questo intervento in quattro punti, abbiamo:

  1. La gestione innovativa dei contratti, portando ad un risparmio di diverse ore di lavoro amministrativo e di conseguenza ad una riduzione sostanziale dei costi.
  1. La gestione del flusso di lavoro attraverso l’utilizzo di un Workflow Documentale, il quale permette di seguire e monitorare il processo di vita di qualsiasi documento in maniera efficiente.
  1. La gestione dei report istantanei, grazie all’utilizzo di un software per la gestione dei dati che li renda organizzati e facilmente fruibili per tutti.
  1. La gestione dei preventivi e delle scadenze, più rapida ed organizzata – sempre grazie all’apporto di un software gestionale.

E, infine, l’ultimo punto dei tre.

Legata ad un cambio di paradigma che ha preso piede negli ultimi anni, è diventato un tema centrale in questo periodo. Stiamo parlando de:

La sostenibilità 

Quello che si richiede alle aziende (e alle persone) ora è un passaggio all’azione.

Lo sfruttamento indiscriminato delle risorse non è più concepibile e non deve essere più ammissibile.

D’altronde, la sostenibilità non passa solo attraverso l’utilizzo dei pannelli fotovoltaici, dalla riduzione dei consumi di carta o della plastica ed energetici.

È necessario un nuovo approccio, che può portare a numerosi vantaggi di tipo:

  • competitivo, grazie allo sviluppo di prodotti o processi eco-sostenibili richiesti dal mercato, e all’impronta eco-sostenibile come elemento distintivo della nostra azienda;
  • normativo, grazie ad un adeguamento, a volte strategicamente anticipato, alle nuove norme sul tema ambientale.

La sostenibilità diventa in tal modo sia un motore di spinta verso il cambiamento aziendale, sia un esempio per il nuovo modus operandi dell’impresa.

Il tutto necessariamente – come abbiamo visto anche nei primi due punti – deve essere sempre supportato da un’adeguata comunicazione aziendale votata al coinvolgimento del personale.

Abbiamo visto come la necessità di innovarsi e guardare al futuro, per un’azienda moderna sia ormai un processo non più rimandabile.

E in questo contesto – volendo chiudere un cerchio “immaginario” con l’inizio dell’articolo – il Lean Management e la sua applicazione nel mondo delle costruzioni (Lean Construction) diventano una scelta quasi obbligata. 

Ecco perché le imprese dovranno innovare proprio in questa direzione – formando o assumendo nuove figure che permettano loro di costruire un futuro solido in un mercato sempre più competitivo e complesso da gestire. 

Per questo motivo abbiamo realizzato un corso proprio su questo tema – rivolto alle aziende (che vogliono formare i propri dipendenti), i professionisti dell’edilizia e gli aspiranti tali – che vorrebbero formarsi proprio su questo tema.

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Il Preposto alla sicurezza: il sovrintendente allo svolgimento delle attività lavorative

In un ambiente lavorativo molto gerarchico come quello dell’edilizia è fondamentale che le direttive del datore di lavoro siano eseguite in maniera corretta e veloce dal personale presente in cantiere. .

Partendo da questo presupposto si capisce quanto sia importante una figura professionale che faccia da tramite e che sovraintenda e garantisca l’avanzamento dei lavori in piena sicurezza:

Il preposto alla sicurezza.

Ma andiamo nello specifico e cominciamo a conoscere questo importante ruolo all’interno dei cantieri.

Chi è il Preposto alla sicurezza?

Spesso sentiamo parlare di capo cantiere, capo reparto, capo squadra, capo produzione, capo turno. Tutti questi nomi sono spesso riconducibili ad un’unica persona, che è appunto il Preposto alla sicurezza, definizione richiamata dall’art. 2 del D. Lgs. 81/08.

Volendo sintetizzare la definizione, il Preposto alla sicurezza è la figura professionale che:

  • sovrintende all’attività lavorativa garantendo le attività lavorative svolte dai lavoratori;
  • garantisce l’attuazione delle direttive ricevute dal Dirigente o dal Datore di Lavoro;
  • controlla: in qualità di garante la reale funzionalità del sistema di gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro.

A dicembre 2021, con la Legge 215/21, sono state apportate numerose modifiche al D.Lgs. 81/2008, alcune delle quali riguardano la figura del preposto. L’obiettivo del legislatore è quello di “responsabilizzare” questa figura, indispensabile per garantire la supervisione e il rispetto delle norme antinfortunistiche nei cantieri e in azienda.

Il Preposto alla sicurezza deve possedere un forte potere d’iniziativa che gli consente di garantire sempre il massimo livello di sicurezza sul posto di lavoro – senza dover rendere conto ad altre figure.

Da questa iniziale definizione comincia già a delinearsi l’importanza di questa mansione.

Dai suoi poteri derivano conseguentemente altrettanti obblighi e responsabilità che adesso andiamo a scoprire nel dettaglio.

Obblighi del preposto alla sicurezza

Gli obblighi del Preposto alla sicurezza sono regolamentati dall’art. 19 del D.Lgs. 81/2008. 

Vediamoli nel dettaglio. Il preposto alla sicurezza si occupa di:

  • sovrintendere all’attività lavorativa dei dipendenti, con particolare attenzione al corretto utilizzo dei DPI (dispositivi di protezione individuale) e al rispetto delle disposizione aziendali in materia di sicurezza;
  • verificare l’accesso a zone esposte a rischio solo del personale che è formato e autorizzato;
  • Richiedere l’osservanza delle misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni ai lavoratori
  • monitorare le situazione di pericolo e, in caso di necessità, dare istruzioni ai lavoratori per l’abbandono della zona di pericolo;
  • proteggere i lavoratori evitando di far riprendere i lavori ove sussistano situazioni di pericolo;
  • vigilare sul corretto funzionamento di macchinari e dispositivi di protezione, informando, in caso di problemi, il datore di lavoro;
  • segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al Dirigente sia le deficienze dei mezzi e delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale;
  • interrompere immediatamente le attività lavorative in caso di condizioni non sicure;
  • aggiornarsi costantemente.

Nel caso in cui questi obblighi non vengano rispettati, il Preposto alla sicurezza può cadere in responsabilità civili e penali, in base alle violazioni indicate nel D. lgs. 81/08, che possono prevedere l’arresto da 1 a 3 mesi e multe dai 200 ai 3.000 euro.

A dimostrazione del corretto adempimento dei suoi obblighi va in aiuto del Preposto alla sicurezza l’utilizzo delle segnalazioni scritte, che servono appunto a informare in maniera corretta il datore di lavoro riguardo malfunzionamenti di attrezzature e dispositivi di protezione o il mancato rispetto delle direttive da parte di un lavoratore.

È importante ricordare e sottolineare che il Preposto alla sicurezza è considerato il  responsabile del comportamento dei suoi sottoposti, per questo è indispensabile instaurare con questi ultimi un rapporto di fiducia e prestare sempre la massima attenzione.

Analizzate le sue competenze, ora vediamo come si diventa Preposto alla sicurezza.

Nomina del Preposto alla sicurezza

La nomina del Preposto alla sicurezza è a carico del datore di lavoro, che può individuarne anche più d’uno, in base alle esigenze e alla struttura aziendale.

A seguito delle modifiche apportate all’art. 18 del D. Lgs. 81/2008 alla fine del 2021, il datore di Lavoro deve “individuare il Preposto o i Preposti per l’effettuazione delle attività di vigilanza di cui all’art. 19. Al Preposto, ovviamente, spetta una retribuzione extra – pattuita con il datore di lavoro stesso in base ai contratti collettivi del lavoro e non può subire pregiudizio alcuno a causa dello svolgimento della propria attività”.

La nomina deve contenere le generalità dell’incaricato, i compiti e i poteri attribuitigli, la data della nomina e naturalmente la firma del soggetto incaricato. L’atto di trasferimento di competenze organizzative e gestionali in materia di sicurezza e salute dei lavoratori in capo al Preposto può anche non includere l’autonomia di spesa, qualora questa non sia necessaria per lo svolgimento delle funzioni delegate.

E se non viene scelto? 

In questo caso può essere scelta una figura che, seppur non formalmente investita, è riconosciuta dai dipendenti come preposto in base alle sue funzioni e poteri.

Si parla in questo caso di Preposto di fatto. Tale figura è di fatto prevista dall’art. 299 del D. Lgs. 81/08.

Tuttavia è bene ricordare che le responsabilità in caso di violazione della normativa antinfortunistica saranno sempre in capo al preposto formalmente designato.

Tutti questi obblighi e queste responsabilità – giustificate dal fatto di dover sovrintendere una materia complessa come la sicurezza sul lavoro – necessitano per forza di cose di una formazione costante con aggiornamento su base quinquennale

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Il contabile di cantiere: una figura professionale a tutto tondo!

Il mondo dell’edilizia e dei cantieri è formato da persone che ricoprono diverse mansioni, ognuna con le sue competenze specifiche.

Una delle figure professionali più interessanti e versatili – dal punto di vista dell’attività svolta – è senza dubbio il contabile di cantiere.

Oggi conosciamo nello specifico questo ruolo, quali sono le sue mansioni e le sue competenze! 

Il contabile di cantiere è la figura professionale che si occupa della contabilità dei lavori in un cantiere. 

Detto così, può sembrare un concetto piuttosto semplice ma… scopriamo cosa significa nel concreto – ossia qual è la sua tipica giornata lavorativa.

La contabilità di cantiere è un insieme di attività di controllo che servono a monitorare la corretta esecuzione dei lavori sotto l’aspetto amministrativo, contabile e tecnico.

In poche parole, è la prova che il lavoro sia eseguito seguendo il progetto iniziale e rispettando il contratto di appalto. 

Questo è l’aspetto formale del lavoro. 

E nella sostanza? Ne parliamo ora. 

Quali sono le mansioni di un contabile di cantiere? 

La versatilità nelle competenze di questo ruolo si può già capire dal fatto che i suoi compiti toccano addirittura 3 ambiti: amministrativo, contabile e tecnico.

Nello specifico deve redigere e aggiornare i seguenti documenti:

  • Il giornale dei lavori 

Attraverso questo documento si controllano le attività quotidiane eseguite e le relative informazioni tecniche ed economiche. Per esempio il numero di addetti, gli strumenti o i materiali utilizzati.

  • I libretti di misura dei lavori e delle provviste:

In questi documenti, ci sono le misure teoriche delle opere realizzate e di tutti i materiali conservati (a disposizione per la costruzione). 

È un controllo ulteriore per accertare la quantità di lavoro eseguita.

  • Le liste settimanali delle somministrazioni

È una lista – redatta quotidianamente e poi trascritta settimanalmente – delle giornate di operai, dei noleggi, dei mezzi d’opera e delle provviste somministrate dall’esecutore.

  • Il registro di contabilità

L’attività più “classica” quando si pensa al contabile di cantiere! 

Questo documento serve per registrare nel libretto le misure e le liste settimanali – con l’aggiunta dei prezzi

Un documento fondamentale, visto che è la “cronologia” dell’avanzamento dei lavori. 

Questo documento serve anche all’appaltatore per capire il suo credito maturato.

  • Il sommario del registro di contabilità:

Dove si segna l’importo totale a fine giornata, aggiornata allo stato di avanzamento dei lavori;

  • Stato di Avanzamento Lavori

Ogni volta che l’impresa completa alcune “parti del progetto” (chiamate opere) stabilite nel contratto – c’è l’aggiornamento di questo documento. 

  • Certificati di pagamento:

Certificano i pagamenti a favore dell’impresa.

  • Ultimazione dei lavori

Rilasciato in due copie dopo aver terminato i lavori. 

E, ultimo, ma non per importanza…

  • Collaudo finale:

È in questo documento vengono trascritte le verifiche e segnate le certificazioni di conformità al progetto.

Puoi capire da questa correlata che il contabile di cantiere si debba occupare di argomenti strettamente “edili”, poi “contabili” e ancora “burocratici”.

Certo – per ciascun punto c’è una figura di riferimento specifica… Ma è il contabile di cantiere che deve tenere traccia di tutto.

Perciò,

Quali sono le competenze di un contabile di cantiere?

Abbiamo visto come i compiti del contabile di cantiere toccano diversi ambiti, molto variegati tra di loro.

Ed è per questo motivo che le sue competenze devono essere molto trasversali.

In particolar modo, un buon contabile di cantiere dovrebbe:

  • conoscere i materiali;
  • avere capacità contabili (ovviamente!); 
  • essere sempre aggiornato sulle ultime novità in fatto di normative
  • avere capacità gestionali e relazionali; 
  • saper lavorare in gruppo; 
  • conoscere l’utilizzo di attrezzi per le varie rilevazioni.

Riassumendo… 

La formazione del contabile di cantiere dovrebbe abbracciare ciascuno di questi ambiti dell’edilizia e dargli modo di rapportarsi in maniera corretta con molte persone addette ai lavori.

Per questo motivo, è fondamentale frequentare una scuola con indirizzo tecnico (con diploma come ragioniere o geometra). 

Un requisito molto importante per poter ambire a ricoprire questa figura professionale.

Altro elemento fondamentale è l’esperienza pratica – della vita di cantiere. 

Non si può certo pensare di iniziare da zero ed arrivare subito a ricoprire questo ruolo. 

Spesso contabile di cantiere si diventa con il tempo, arrivando tramite altre professioni (addetto all’ufficio contabilità, ufficio acquisti, etc.) così da accumulare e “respirare” l’aria del lavoro quotidiano.

A quel punto, dopo pochi anni, potrai diventare contabile di cantiere – perché avrai visto ogni aspetto del lavoro… e potrai prenderti le fondamentali responsabilità che questo ruolo richiede!

Perciò, sia che tu voglia diventare contabile di cantiere oppure tu sia alla ricerca di una nuova opportunità lavorativa…

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Il geometra, una professione che attraversa i tempi

(e ora è più richiesta che mai)

Quella del geometra è una professione con antiche radici. La sua nascita risale ai tempi delle Legioni romane. All’interno di queste era prevista la figura del mensor, era di fatto un “topografo e misuratore”, preposto a queste mansioni presso gli accampamenti militari dell’esercito romano che aveva il compito di misurare e tracciare le linee degli accampamenti temporanei dei legionari, fino ad arrivare al Regio Decreto dell’11 febbraio 1929 n. 274 che ha ufficialmente istituito la professione del Geometra in Italia.

Dal 1929 ad oggi questa figura professionale si è continuamente evoluta per diventare il Geometra che conosciamo oggi: un professionista polivalente e smart.

Nonostante la crisi economica che negli ultimi anni ha colpito il nostro Paese, la mole di lavoro a carico del Geometra è notevolmente aumentata e ad oggi i giovani professionisti sono molto ricercati dato che questa figura professionale può svolgere infinite attività.

Inutile girarci intorno: le professioni legate all’edilizia e all’urbanistica stanno vivendo un periodo di grande richiesta (ne abbiamo parlato qui, nel nostro blog di geoJOB) ma – nello specifico – la figura del Geometra è da sempre un evergreen, una delle professioni preferite dagli studenti italiani dato che alterna fasi di ufficio ad altre all’ “aria aperta” – a contatto con il pubblico.

Ultimo ma non per importanza: è un lavoro che permette di essere intrapreso sia da dipendente che da professionista, non obbligando la persona a scegliere “una delle due alternative” (perché non si hanno altre possibilità) per fare questa professione ma… puoi prendere la via che più ti mette a tuo agio!

Tanti sono i percorsi di studio per poter intraprendere questa professione – in grado di intervenire in più settori professionali, con” l’obbligo” di essere sempre aggiornato (e non rimanere tagliati fuori).

A seconda degli obiettivi personali, l’iter da seguire per diventare Geometra può essere differente, ma prima di tutto occorre capire quali sono le mansioni attuali di questa professione.

Approfondiamole!

Il geometra: chi è e cosa fa?

Un geometra qualificato, grazie agli studi trasversali che compie, svolge diversi compiti. Alcuni sono compiti comuni anche ad altre professioni tecniche, altri invece sono attività che vengono riconosciute all’unanimità come tipiche e caratterizzanti la figura del geometra.

Partendo dalle più classiche, il Geometra si occupa di alcune aree di attività che toccano tanti aspetti differenti e spesso richiedono una grande elasticità mentale… Ossia:

  • Campo edile;
  • stime immobiliare, in particolare nel settore privato
  • direzione dei lavori nei cantieri edili e supervisione dei processi di sicurezza sul lavoro
  • topografia e rilevazioni
  • attività di verifica e notifica in ambito catastale
  • certificazioni energetiche
  • perizie e stime di danni di incidenti stradali, incidenti e calamita naturali.

con mansioni anche molto differenti tra loro, sia a contatto con le imprese che con il privato (o il pubblico).

Può essere inoltre un valido consulente per quanto riguarda i bonus fiscali legati all’edilizia ed esperto in materia di risparmio energetico.

L’evoluzione informatica e tecnologica ha coinvolto anche questa professione, tra i professionisti è ormai facile conoscere chi si occupa di progettazione 3D/BIM, rendering o rilievi con droni.

Molto diverse, non ti pare?

Potremmo continuare a scrivere all’infinito per elencare le varie interazioni che questa professione offre.

Bene, viste quali sono le mansioni di un Geometra, è il momento di analizzare il percorso per intraprendere questa professione.

Quale strada devi seguire per diventare un Geometra?

Primo passo (inevitabile) è il diploma di maturità.

La scelta migliore è la scuola per Geometri, che oltre alle classiche materie prepara il “terreno” per il futuro lavoro. Parliamo di:

  • Disegno tecnico;
  • Estimo & topografia;
  • Impianti;
  • Economia;
  • Tecnologia delle costruzioni.

… E una volta arrivato (e superata) alla maturità, ci sono due strade possibili:

  1. Formazione post diploma;
  2. Università.

Che, ricordiamo, NON sostituiscono l’Esame di Stato: dovrai comunque sostenerlo! Vediamo quali sono i due percorsi nel dettaglio.

a.   Come diventare Geometra professionista dopo il diploma?

Ottenuto il diploma, dovrai concentrarti sull’Esame di Stato, che non può essere sostenuto da tutti ma solo da chi segue una di queste strade:

  • un tirocinio professionalizzante di (al massimo) 18 mesi presso studi di geometri, architetti o ingegneri civili, iscritti da più di 5 anni negli albi professionali o laureati in facoltà che consentano l’accesso all’Esame di Stato abilitante alla professione di geometra;
  • un lavoro da dipendente di almeno 18 mesi, se attinente alle attività tecniche amministrative;
  • la frequenza con esito favorevole ai corsi professionali, della durata di 6 mesi;
  • la Frequenza con esito favorevole di corsi d’Istruzione e Formazione Tecnica Superiore, che durano 24 mesi e con successivo tirocinio di almeno 6 mesi;
  • Frequenza con esito favorevole di percorsi di alternanza scuola-lavoro organizzati dalla propria scuola superiore – che prevedano una durata di 4 semestri e successivo tirocinio di almeno 6 mesi.
  • Frequentare un corso di laurea triennale in costruzioni e gestione del territorio. In questo caso il conseguimento della laurea è abilitate, pertanto on è necessario dover superare il successivo esame di abilitazione.

Per assolvere all’obbligo ogni geometra deve conseguire nel triennio almeno 60 Crediti Formativi Professionali (CFP), scegliendo in maniera autonoma e confacente ai propri interessi gli eventi formativi da seguire

b.   Geometra laureato

Invece, per diventare geometra con la laurea, dovrai laurearti in una di queste facoltà:

  • Scienze dell’architettura e dell’ingegneria edile;
  • urbanistica e scienze della pianificazione territoriale e ambientale;
  • Edilizia;
  • Ingegneria delle infrastrutture;
  • Sistemi informativi territoriali…

e fare 6 mesi di tirocinio. A quel punto, puoi dare l’Esame di Stato!

Qualunque sia la strada che prenderai (laureato o diplomato), la professione di geometra si “ripaga” della fatica molto velocemente dato che il guadagno è ottimo già dopo qualche anno di esperienza.

Ne parliamo ora.

Geometra: quando guadagna?

Secondo Cassa Geometrilo stipendio netto medio annuale è di circa 22.000 euro, con una forbice che va da:

  • 700 € al mese, per i tirocinanti senza esperienza;
  • 3.000€, per i professionisti più “scafati”.

Sempre basandoci sulla media (dato che non si può fare caso per caso) lo stipendio medio è di 1.650 euro, che sale o scende sulla base dell’esperienza e della specializzazione.

Il geometra oltre a trovare opportunità come libero professionista offre anche diverse possibilità di lavoro subordinato sia all’interno delle aziende del settore edile, sia in enti pubblici (pensiamo, ad esempio, al tecnico comunale).

In mezzo a tutte queste sfaccettature di questa fantastica professione, ci sono alcune caratteristiche che accomunano e che contraddistinguono il geometra come la passione per il proprio lavoro, la praticità, la conoscenza del territorio e una capacità che ci insegnano a sviluppare già dal primo giorno di scuola superiore: risolvere i problemi.

Perciò…

Puoi vedere da te come il geometra è una professione molto interessante e appetibile (nonché redditizia).

Inoltre – con il boom del settore edilizia & costruzione – questi professionisti sono sempre più ricercati e i loro stipendi in crescita… Perché perdere quest’occasione?

Scopri le offerte di lavoro per Geometri sul nostro portale geoJOB!

Ecco chi dirige “l’orchestra” dei lavori: il direttore di cantiere

Quanto può guadagnare? E perché è sempre più richiesto?

Una figura complessa e sempre più ricercata, ecco chi è il direttore di cantiere.

Il suo obiettivo? Gestire con responsabilità le task e il processo di lavoro – coordinando tutti i lavoratori del cantiere, diretti e indiretti.

Ciò significa assicurarsi anche che i fornitori – arrivati sul posto – seguano delle precise indicazioni, preziose per risparmiare tempo e denaro… perché è responsabile dell’avanzamento dei lavori e del rapporto con il capo commessa che nel direttore vede il suo “braccio destro operativo” che lo supporta nelle decisioni e nel portarle a termine.

Ma non solo, anche i macchinari sono sotto la sua responsabilità! Insomma, tante sono le sue mansioni quotidiane, che ora vediamo approfonditamente.

Nel dettaglio, i compiti del direttore tecnico di cantiere riguardano…

… tutto quello che capita nel cantiere. Ossia:

  • l’organizzazione dello stesso (orari, processi, pause, materiali, etc.);
  • l’impiego dei mezzi;
  • la realizzazione dei ponteggi (le opere provvisorie);
  • la guida e sorveglianza dei dipendenti e professionisti (idraulici, elettricisti, etc.);
  • rispetto della normativa antinfortunistica (ne è responsabile) per TUTTE le persone presenti sul sito;
  • il controllo dell’esecuzione del progetto – parlando con il direttore dei lavori (o il capo commessa) per controllare che il lavoro prosegua nella giusta direzione senza intoppi;
  • il controllo dei materiali (evitare furti);
  • la contabilità dei lavori.

Può capitare che – in alcuni contesti meno strutturati o lavori più limitati con il budget – il direttore dei lavori sia anche il capocantiere.

In questo caso, le sue mansioni aumentano (ma aumenta anche il suo valore professionale), dato che si aggiunge il compito de:

  • Il controllo che le strutture e mezzi funzionali del cantiere (sanitari, locali di servizio, attrezzature, macchinari, etc.) siano tenuti in buono stato;
  • L’aggiornamento del programma dei lavori;
  • Curare che la documentazione necessaria alla costruzione sia tempestivamente trasmessa ai responsabili delle singole squadre;
  • La compilazione del giornale di cantiere e provvedere che sia letto e approvato dal direttore dei lavori e dello
  • Stato di avanzamento lavori; di conservare e aggiornare tutta la documentazione di cantiere.

Insomma, davvero tante responsabilità che, d’altro canto, sono ben riconosciute a livello economico (ne parleremo tra poco) e di carriera.

Ma queste sono le sue mansioni – il punto di arrivo del direttore di cantiere. Ma qual è il punto di partenza?

Come diventare un direttore di cantiere?

Ripartendo dalle mansioni, come direttore di cantiere devi conoscere tutti gli aspetti che gravitano intorno al luogo di lavoro, come:

  • Tecnici;
  • Amministrativi;
  • organizzativi

perché solo così puoi essere consapevole dello stato dei lavori e poter gestire un cantiere, anche complesso.

Ribaltato sulle “materie” significa che dovrai conoscere l’urbanistica e la matematica, le normative tecniche e sulla sicurezza… passando per lo studio delle gare d’appalto. 

Competenze che – oltre sul campo – possono essere acquisite tramite un percorso di studi in particolare, ossia il titolo di geometra diplomato iscritto all’albo, volendo anche laureato in alcune materie – quali:

  • Ingegneria civile ed edile;
  • Architettura.

Anche solo la laurea breve è sufficiente!

L’importante è essere abilitato come geometra all’albo e “immergerti” il prima possibile nella vita di cantiere!

Solo così potrai acquisire e potenziare le tue soft skill come la capacità decisionale, l’abilità di analisi, la capacità di calcolo e il problem solving – fondamentale in un lavoro del genere.

Il modo migliore è – già durante gli studi – collaborare presso studi tecnici o di geometri in modo da avere i primi contatti con il lavoro vero, quotidiano.

Bene. Visto anche il percorso e le competenze richieste – di solito – dalle imprese, non ci resta che rispondere alla domanda delle domande, ovvero:

Quanto guadagna un direttore di cantiere?

Tutte queste competenze e responsabilità sono ben pagate dal settore delle costruzioni – infatti lo stipendio medio italiano è di circa  € 3 792.

Non male!

Ovviamente, ci sono delle differenze legate all’esperienza – fattore che in questo lavoro non è da sottovalutare.

Infatti, come detto prima, solo lavorando NEL cantiere si può crescere e sviluppare tutte le capacità necessarie per poter crescere – professionalmente ed economicamente.

Detto ciò, partiamo dalle figure entry level – ossia chi ha appena iniziato o ha ancora poca esperienza – guadagna, in media, circa 40.000 € all’anno.

Poi, con il passare del tempo (e quindi vedendo più lavori e imparando a gestire situazioni sempre più complesse) lo stipendio cresce fino a raggiungere i 50.000 € all’anno. 

Una professione ben retribuita e stimolante

Questa è la figura del direttore di cantiere, coordinatore e risolutore delle problematiche di cantiere: i progetti arrivano in fondo grazie a lui!

Una figura che è sempre più richiesta dalle imprese del settore delle costruzioni per potergli affidare i loro progetti – data la grande crescita che il settore ha conosciuto negli ultimi anni. 

Perciò, se anche tu desideri lavorare come direttore di cantiere

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Storie di cantiere #4

L’EROISMO DELLA QUOTIDIANITA’

UNA VITA DI LAVORO E SACRIFICIO

Quando trascorri un’intera vita lavorativa lontano da casa, il pensiero che sostiene le tue lunghe giornate è proprio quello della famiglia da cui vuoi tornare. Cominci il fatidico lunedì non vedendo l’ora che arrivi il venerdì… Se sei fortunato quello della stessa settimana, ma più frequentemente della settimana successiva.

Sì, perché nella maggior parte dei casi, fai parte dell’esercito di lavoratori che viene dal Sud e che per mantenere la famiglia ha scelto un lavoro a centinaia di chilometri lontano da casa.

Così passano le settimane e via via i mesi, poi interi anni.

Nel frattempo, i figli crescono e, come direbbe De Gregori “Le mamme imbiancano”!

È un lavoro spesso usurante, ma che, costruito mattone dopo mattone, ha fatto di te il professionista che sei e di cui tutti sono orgogliosi. Quello che si dice “eroe” del lavoro, un lavoro svolto con dedizione, pazienza, impegno e sacrificio.

Poi ti accorgi che sono passati 30 anni e stringi i denti perché in fondo ne mancano pochi all’agognata pensione. Cominci a sognare cosa farai quando sarai a casa, dedicandoti finalmente ai tuoi hobby e a quello che hai rimandato per anni. Questi i desideri.

Ma che dire di fronte ad un destino balordo che in un attimo ti porta via la vita, i sogni e i progetti? Un destino che ti strappa agli affetti più cari, lasciando un vuoto incolmabile nella tua famiglia, nei tanti compagni di lavoro con cui hai condiviso questi lunghi anni, nella comunità del tuo piccolo paese.

Questa una delle tante storie di cantiere purtroppo senza un lieto fine.

Questa la storia di Carmine Ierardi, assistente di cantiere che da Pagliarelle, in provincia di Crotone, ha lavorato soprattutto al Nord Italia e in Svizzera.

Pensare che soltanto nel maggio 2019, Carmine rispondeva con orgoglio ad un’intervista per il programma di Rai 2 “Viaggio nell’Italia del Giro” sullo scavo della Galleria del Brennero. 230Km di ferrovia che attraverserà il Brennero e che, una volta ultimata, costituirà la più lunga galleria ferroviaria del mondo. Uno dei tanti fiori all’occhiello dell’edilizia Made in Italy. Carmine vi ha lavorato, ma non la vedrà mai realizzata.

Un malore lo ha strappato alla vita.

A lui e ai tanti che con serietà e professionalità svolgono i loro lavoro, spesso lontani da casa, va la nostra riconoscenza e il nostro affetto. L’Italia è fatta proprio di tutti questi eroi del quotidiano.

 

Carmine Ierardi

Inviaci una e-mail a info@geojob.it e raccontaci un’esperienza o un episodio vissuto tra i cantieri. Siamo appassionati di questi racconti e pubblicheremo ben volentieri anche la tua storia.

UNA DONNA IN CANTIERE

Pamela Cerminara è una delle protagoniste di WAW- WOMEN AT WORK, una rubrica dedicata alle donne che lavorano nel settore dell’edilizia, delle costruzioni e delle infrastrutture.

Pamela ci racconta la sua esperienza in quanto donna in cantiere, con quale ambiente lavorativo si è dovuta interfacciare e quali sono gli episodi (positivi e negativi) che hanno segnato il suo percorso.

Rubrica WAW- Women at Work

Cosa significa essere una donna in cantiere?

Quando mi è stato chiesto cosa vuole dire “essere donna in un cantiere” la mia mente ha fatto un salto nel passato…ma per me è più facile raccontare un po’ della mia vita in campo lavorativo.

Essendo Geometra (donna) ho sempre frequentato ambienti maschili dove in classe eravamo solo tre donne…. Già allora mi sentivo dire:

Ma non ti senti a disagio in un ambiente maschile?” – e io – “Ma perché? È una scuola come tante altre, io quando sono là non avverto differenze

Poi il tirocinio, la libera professione, il confronto con gli altri colleghi. Ricordo ancora il catasto…. le donne si contavamo sulla punta delle dita.

Ben otto anni fa presi la decisione di partire per fare il colloquio con la mia attuale azienda (che si occupa di Microtunnels). Andai controvoglia. Ricordo di aver risposto a mio padre (che insisteva per farmi fare quel benedetto colloquio):

Ma che ci vado a fare, non capisco nulla di quello che fanno, è una tecnologia che non conosco minimamente, non ho mai fatto cantiere, poi con un’azienda tedesca!!!! Ma sei matto???? Non conosco nemmeno l’inglese…. figurati se quelli prendono me…”

Così, pronta a sentirmi dire un NO colossale, indossai la mia maschera migliore e andai a fare quel colloquio direttamente in cantiere. Là scoprii che bisognava sostituire la mia collega in maternità (che poi è diventata la mia migliore amica) e che, nonostante il problema della lingua, mi avrebbero messo in prova 15 giorni con altre persone.

Iniziai il lunedì successivo.

Entrai in cantiere e veloce come una freccia mi chiusi nell’ufficio container con gli altri colleghi in prova. Iniziai a sistemare tutti i documenti e fogli sparsi per l’ufficio. Ricordo ancora il capocantiere di allora, che quando mi vide sistemare e catalogare i faldoni, arrivò con una marea di documenti arretrati da sistemare, e me li consegnò senza troppi se e troppi ma. Così sistemai anche quelli, perché io con le mani in mano non so stare…

Iniziai poi a mettere il naso in cantiere per vedere cosa stessero facendo. Così per caso mi accorsi che gli operai avevano difficoltà a riparare una pompa smarino e organizzai immediatamente la manutenzione da una ditta esterna. Da là mi coinvolsero giorno dopo giorno nelle fasi lavorative, aiutai anche il loro topografo nel fare i rilievi nel tunnel, come si suol dire…. mi sporcai le mani senza fare la schizzinosa. Ancora adesso molti rimangono sorpresi nel sapere che scendo nei pozzi e sto nei tunnel!

Le battutine non mancavano, ma nonostante il problema di comunicazione capivo benissimo, ridevo con loro e ci scherzavo su. E forse è stato proprio questo lato della mia personalità a farmi andare avanti.

Quali erano i tuoi rapporti con il personale di cantiere?

Con il personale di cantiere mi adattai subito, non ci fu tempo per le differenze di sesso. Si lavorava per portare a termine il lavoro. Dopo quindici giorni mi assegnarono un cantiere da sola, non ci volevo credere!

Nonostante con il personale di cantiere non ci fossero minimamente problemi, le differenze me le hanno fatte sentire alcuni colleghi (maschi) dagli uffici italiani (e che ora non lavorano più per noi).

Tante volte mi son sentita dire Tu non capisci niente. O sentivo dire loro Cosa vuoi che capisca!! È una poverina

Sembrava facessero di tutto per mettermi in difficoltà. Mi dicevano che loro dall’ufficio ne capivano più di me che ero presente 24/24 h in cantiere. Sono arrivati anche a studiare modi per farmi buttare fuori. No, non è stato minimamente semplice dover sentire queste cose.

Momenti di crisi ci sono stati, anche molto forti, nei quali mi chiedevo sempre: “Ma chi me lo ha fatto fare! Io cambio lavoro!”.

Ma quello che producevo con il mio lavoro parlava da sé. Per fortuna il mio Team Leader (che io scherzosamente chiamo “Boss”) mi ha sempre sostenuta. Capivo quello che loro volevano, ed è stato lui ad imporsi e chiamarmi anche dieci volte al giorno per farmi parlare in inglese per esercitarmi.

C’è stato un momento in cui non ti sei sentita accettata come donna in questo settore?

Il periodo più difficile è stato in Azerbaijan, dove la mia posizione non è stata mai accettata ed ero considerata (dai locali) il niente più assoluto in quanto donna. Sono stati i 15 mesi più bui che abbia mai passato, dove un ambiente maschilista al 1000% annulla la tua persona fino a farti sentire una larva. Parola dura ma è la cruda verità! Nonostante tutto la mia Azienda (operai inclusi) mi è sempre rimasta a fianco, sostenendomi totalmente.

Ripensando ai primi giorni in cantiere mi viene in mente anche un mio ex, il quale mi disse “Ma io che ci devo stare a fare con una che lavora in cantiere in mezzo agli uomini… per me non è una donna”.

Da allora ho fatto in modo di superare tutte le mie insicurezze… e oggi mi ritrovo su un cantiere in Israele dopo aver fatto zapping tra Italia, Azerbaijan, Germania e Portogallo!!!!

E non solo….

L’emozione più grande nella tua carriera lavorativa?

L’emozione più grande è stata ricevere, dopo la disavventura (solo ora la posso chiamare così) dell’Azerbaijan e in un momento di crisi su un altro cantiere, la telefonata dal Presidente del Collegio dei Geometri di Catanzaro. Mi informava di essere risultata unica donna Geometra regolarmente iscritta a lavorare su cantiere specialistico con azienda estera, in Italia e all’estero. Ricordo bene quel momento, non ci volevo credere, mi son dovuta fermare con la macchina e ho pianto, pensando che alla fine tutti i sacrifici fatti (e che ancora sto facendo) hanno portato a qualcosa.

Pamela Cerminara in Cantiere

In tutti questi anni passati in cantiere di una cosa sono certa: non è facile e non lo sarà mai. Con gli operai ci si è scontrati, arrabbiati l’un l’altro, si è riso, si è stati complici, ci si è supportati nei momenti di difficoltà, si è lavorato ed eseguito tutto senza bisogno di parlarci. Capisco però che è andato tutto bene quando a fine giornata ricevo una loro chiamata per bere una birra insieme.

Pamela Cerminara in cantiere

Pamela Cerminara  – Geometra di cantiere – Microtunneling

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Il ruolo e le competenze del Buon Preventivista in un’impresa Edile

Il Preventivista è una delle figure professionali attualmente più richieste dal mercato Edile ed è una risorsa che può fare la differenza in fase di acquisizione della commessa. Il suo è un ruolo da attore protagonista che, se ben svolto, può dar vita alla vincita della gara d’appalto al miglior prezzo per l’impresa, motivo per il quale ci viene assiduamente richiesto dalle nostre aziende clienti.

Come deve essere il bravo preventivista? Quali conoscenze deve avere per dar vita a un preventivo plasmato su misura di quella determinata commessa? Come è strutturato il suo ruolo in azienda?
In questo articolo faremo un po’ di chiarezza sulla figura descrivendo come i nostri clienti si aspettano che sia un Preventivista davvero competente.

Quali competenze e conoscenze deve possedere il Buon Preventivista Edile

Iniziamo dal delineare le competenze imprescindibili allo svolgimento del ruolo del preventivista edile.

Innanzitutto è necessaria una buona conoscenza del settore e del mercato edile per poter operare senza inghippi e con sicurezza rispettando le tempistiche che ben sappiamo essere molto ferree.

Di fondamentale importanza è essere radicato nel territorio e avere una profonda e dettagliata conoscenza dei subappaltatori locali con relativi prezzi , riuscendo a strutturare quella che è l’offerta giusta, senza spiacevoli sorprese finali.

La conoscenza del territorio è fondamentale in quanto i prezzi variano in base alla zona in cui prenderà vita il cantiere ed è fondamentale conoscerne ogni dettaglio e sfaccettatura.

Altrettanto importante sono le capacità analitiche, il preventivista deve saper navigare tra le pieghe del capitolato come un marinaio in alto mare sapendo prevedere  quelli che sono i possibili rischi sviluppando così un preventivo a un prezzo giusto. Non troppo alto altrimenti difficilmente si vincerà la gara e non troppo basso sennò la gara la si vince ma senza un soddisfacente guadagno o al peggio con il rischio di fallire. 

Buoni doti analitiche consentono di inserire correttamente nel preventivo quelli che sono i costi dei fornitori esterni e dei subappaltatori che collaborano con il cantiere. 

Il vero preventivista è colui che riesce a prevedere anche i costi legati a questi fornitori, possibile solo con esperienza accumulata negli anni e nel territorio, imparando a conoscerne usi e costumi.

A livello di competenze informatiche è importante che un preventivista abbia Conoscenza di Autocad, Project e quantomeno un’infarinatura del BIM

Completano il profilo Tenacia, si pensi che mediamente per ogni commessa sono richiesti 3 o più preventivi, empatia, disponibilità, velocità e, vista la imminente digitalizzazione del settore, predisposizione all’innovazione.

Il ruolo del Preventivista Edile in azienda

Il preventivista lavora nell’ufficio gare di un’impresa edile e delle costruzioni.

L’Imprenditore fa il sopralluogo, dietro ha il preventivista che sviluppa il capitolato d’appalto con un prezzario ed è in grado di dar vita al prezzo più appropriato.

Nessuno meglio del preventivista conosce a menadito il prezzo di vendita di ogni singolo prodotto.

Ad esempio se all’impresa serve un fornitore di cartongesso il preventivista, grazie all’esperienza maturata nella professione, prevede il prezzo di mercato.

Per far questo deve analizzare il mercato e il quanto la figura sia richiesta in quel preciso momento. Maggiormente sarà richiesta minore sarà il margine di contrattazione sul prezzo.

Ora facciamo una precisazione, il preventivista e il Capo Commessa/Cantiere sono due figure differenti, collaborano assiduamente insieme ma i ruoli sono diversi.

Il Capo Commessa fa execution in cantiere con una mansione più tecnica e operativa direttamente on the site.

Il preventivista rimane principalmente in ufficio a “macinare carta” e monitora i prezzi , sente i fornitori valutando l’andamento del mercato che ben sappiamo essere in costante evoluzione.

Il preventivista si appoggia al responsabile di commessa per avere feedback operativi che vanno a colmare la sua difficoltà ad interpretare un capitolato.

Ad esempio se bisogna ristrutturare un palazzo il preventivista si interfaccerà con il Capo Commessa/Cantiere  che ha una vision operativa valutando tutti i dettagli tecnici, magari quel tipo di lavorazione richiede quattro balconi a sbalzo e per questa ragione il ponteggio deve essere di un determinato tipo, con un determinato prezzo.

Edilizia Pubblica e Privata, come è organizzata la figura del preventivista

Partiamo dall’Edilizia Pubblica, le imprese che partecipano agli appalti pubblici avranno l’ufficio gare che è suddiviso in due parti. 

Una sezione è dedicata alle mansioni più amministrative che esamineranno l’importante parte documentale con la consapevolezza che bisogna presentare i documenti redatti in un certo modo, compilare la modulistica legata appalti pubblici alla zona in cui si va a lavorare.

Paese che vai, documentazione che trovi…

Il Preventivista segue la parte del capitolato, prezziario e imprese che eseguono i lavori, facendo riferimento ai prezzi della camera di commercio ( solitamente bassi)

Il preventivista all’occorrenza dovrà giustificare all’ente appaltante i prezzi, ad esempio allegando offerta del fornitore.

Detto in soldoni, il preventivista, come lascia intendere il nome, “sforna” preventivi a go go e si confronta con il responsabile commerciale che successivamente si interfaccerà con il committente. 

Concludiamo con l’Edilizia Privata, è composta da un ufficio gare meno strutturato, vista la minor burocrazia e spesso può succedere che vi sia una sola figura che si occupa della parte documentale in abbinamento al preventivista.

Anche in quest’ultimo caso, il ruolo del preventivista ricopre un ruolo di importanza strategica, indipendemente dal “valore economico” del futuro progetto.

In un periodo storico in cui si sta assistendo alla ripresa del settore Edile, grazie a nuovi investimenti e agli incentivi all’ordine del giorno: Sconto in Fattura, Ecobonus e l’ormai famoso Super Bonus 110%,  le richieste di nuovi preventivisti sono all’ordine del giorno.

Motivo per il quale è importante farsi trovare pronti e affrontare per tempo la selezione.

Sei un’impresa che è alla ricerca imminente di un preventivista o di figure nel settore dell’edilizia e delle costruzioni?  Sei nel posto giusto! 

Nel nostro database abbiamo molteplici preventivisti pronti a iniziare nuove avventure in Cantiere.

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L’Edilizia Off Site. Differenti idee di costruzione

Una modalità innovativa di costruire che riduce il lavoro in cantiere per localizzarlo in fabbrica, consentendo una riorganizzazione di tecnologie e processi unendo efficienza, velocità e sostenibilità.
In questo articolo ci soffermeremo sulle applicazioni dell’edilizia Off Site, sulle potenzialità e le differenze con l’edilizia tradizionale sino ad arrivare a una visione del presente e una prospettiva per il futuro.

Cos’è l’Edilizia Off Site

Si definisce Off Site la progettazione e realizzazione di determinati elementi costruttivi in un luogo diverso da quello del cantiere definitivo dove si procederà unicamente all’assemblaggio e montaggio. E’ possibile produrre lontano dal cantiere molteplici componenti, da singole parti della struttura a vere e proprie unità abitative con tanto di finiture.

Questi processi costruttivi uniscono due fondamentali capisaldi: efficienza e versatilità, in grado di apportare una netta svolta all’attuale modo di concepire, progettare e creare edifici.
E’ possibile applicare il concetto off site non solo per costruire nuovi edifici ma anche per rigenerare quelli inefficienti con un nuovo e positivo impatto ambientale donando nuova vita a queste strutture.

Le potenzialità e i vantaggi dell’Edilizia Off Site

Iniziamo da due tasselli dolenti che contraddistinguono il mondo dell’edilizia e delle costruzioni, i tempi e i costi. Chiunque operi in questo settore sa che il fattore tempo è un tassello imprescindibile, ritardi nella consegna equivalgono a forti penali con un inevitabile aggravio dei costi previsti. Altra sfida è quella di rientrare nel budget, spesso molto esiguo per quanto si deve realizzare.
Costruire secondo il modello Off site consente un marcato e significativo risparmio di tempi e costi, vedendo inalterata e migliorata la precisione.
E’ comprovato che questo metodo richiede tempistiche decisamente inferiori rispetto ai metodi tradizionali, si parla del 60% di tempo in meno.

Altro problema che chi lavora ogni giorno in cantiere ben conosce, gli inevitabili rallentamenti dovuti a fattori di forza maggiore come ad esempio l’influenza del clima e il lavorare in un ambiente rumoroso e sporco.
Spartire il tradizionale processo costruttivo, realizzando in un luogo protetto tutto ciò che è possibile effettuare al di fuori del cantiere e lasciando al sito costruttivo solo lo stretto necessario va a migliorare la qualità dell’ambiente di lavoro e ben si sa che migliorando questo fattore ne beneficia anche la produttività.
Lavorare in un ambiente protetto, consente anche un lavoro più preciso riducendo gli errori e la produzione di materiali di scarto.

Puntare sull’Edilizia Off Site per riammodernare e rendere smart le nostre città

Come il modello off site può coadiuvare tutto questo? Lo spostamento della produzione dal cantiere alla fabbrica, quindi in un luogo diverso e come dicevamo protetto e con condizioni di lavoro decisamente migliori rappresenta la soluzione in grado di assicurare il maggior incremento di produttività.

Sapete quanti edifici nel nostro paese sono stati costruiti prima degli anni ‘80? Tenetevi ben saldi alla scrivania, stiamo parlando del 76%, quasi 80 edifici su 100 hanno oltre quarant’anni.
E’ impensabile “dimenticarsi” di queste strutture, la parola d’ordine è ristrutturazione adeguandosi ai livelli di efficienza energetica richiesti oggigiorno dal mercato e donando nuova vita al patrimonio immobiliare esistente in chiave completamente green e sostenibile.

Non a caso è notizia all’ordine del giorno il bonus ristrutturazioni, lo sconto in fattura, e il tanto citato 110%. Un insieme di agevolazioni fiscali che mirano a incentivare a migliorare la classe di efficientamento energetico riducendo i consumi energetici, migliorando la qualità della vita e risparmiando sui costi di gestione dell’immobile, come ad esempio sulle bollette.

Il modello dell’Edilizia Off Site per le città del futuro

Come ci immaginiamo le città nel 2050? Bisogna costruire tenendo conto delle nuove esigenze di lavoro e mobilità delle persone riflettendo su un concetto fondamentale, ciò che si realizza non è una semplice struttura in mattoni e cemento ma un contenitore di vita e il comfort abitativo è fondamentale.

Urge costruire rapidamente, con un basso impatto ambientale e con l’ausilio delle tecnologie più recenti, ripensando Industrialmente il settore delle Costruzioni e l’edilizia off site può esserci di grande aiuto.
Nei prossimi decenni o forse anche prima si prevedono catene di fabbriche interconnesse e sincronizzate in cui in real time si producono componenti edilizi e impiantistici complessi nonché interoperabili che saranno messi a sistema in cantieri interamente automatizzati e robotizzati popolati da operatori dotati di esoscheletri.
Per alcuni potrebbe sembrare che stiamo narrando fantascienza ma se si pensa alla velocità con cui muta la tecnologia il profumo di realtà diventa sempre più percepibile.

Abbiamo visto che costruire off site è un tassello di imprescindibile importanza, la prova tattile che per progettare il futuro e migliorare il presente a essere necessari non sono più soldi o più tempo ma un nuovo modo di concepire il tradizionale metodo costruttivo.

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Coaching e Mentoring. Un valore aggiunto per la tua impresa e i Cantieri dell’Edilizia

Sicuramente avrai già sentito parlare di Mentoring e Coaching ma ti sei mai chiesto le differenze tra le due figure? Entrambe hanno a cuore lo sviluppo e la crescita della persona aiutandola ad acquisire gli strumenti essenziali da utilizzare nel suo percorso di crescita professionale, l’obiettivo è in comune ma cambia la strategia per raggiungerlo. 

In questo articolo analizzeremo i punti di forza del Mentor e del Coach e il ruolo fondamentale che hanno nello sviluppo di competenze e conoscenze nel settore dell’Edilizia e delle Costruzioni

Il ruolo del Mentor nel processo di crescita del lavoratore Edile

Iniziamo dal dare una definizione, il mentoring è l’attività di formazione aziendale effettuata affiancando lavoratori più esperti a quelli appena assunti.

Lo funzione del mentor è trasmettere al mentee la sua esperienza e profonda conoscenza del settore.
Il percorso è basato sullo scambio di opinioni, idee, indicazioni e consigli che permettono di accelerare la crescita, la visione di alternative e l’acquisizione di conoscenze e competenze da parte dell’allievo nell’area di sviluppo personale e professionale.

Facciamo un esempio

Immaginiamo un giovane lavoratore alle prime armi in cantiere, ricco di attitudini ma con poca esperienza sul campo. Il processo di Mentoring consiste nell’affiancare al giovane una figura con pluriennale esperienza in cantiere che proporrà tecniche e strategie finalizzate al miglioramento e alla crescita della risorsa.

Le caratteristiche che ogni mentore dovrebbe possedere 

E’ sufficiente la sola esperienza professionale al buon mentore? Assolutamente no. La padronanza del settore è per forza di cose essenziale per questa funzione ma deve essere abbinata a determinate caratteristiche personali. Vediamo quali.

Innanzitutto il mentore deve essere una persona empatica e possedere una eccellente capacità di ascolto, di pari importanza deve avere un’ottima autostima e buoni doti di leadership. In secondo luogo deve essere in grado di trovare rapidamente soluzioni ai problemi e adattabile al cambiamento.

Tutto questo perché è necessario che il mentore stesso costruisca un rapporto con il proprio allievo al fine di aiutarlo al meglio tramite delle proposte più semplici ma allo stesso tempo vincenti e funzionali.

La funzione del Coach e cosa lo differenzia dal mentor

Il coach mira al rafforzamento e miglioramento di alcune caratteristiche della persona, senza imporre idee o determinati progetti. Non deve necessariamente essere un esperto della materia o dell’argomento affrontato nel percorso di coaching, egli è l’esperto del processo per supportare l’allievo a raggiungere il suo obiettivo. Il suo compito è quello di far crescere la consapevolezza di sé massimizzando il potenziale del suo allievo.

Facciamo un esempio

Immaginiamo un grande cantiere dell’edilizia, ogni risorsa ha il suo ruolo, il capo cantiere ha una funzione più strategica, il tecnico un ruolo più operativo e i manovali invece attività più pratiche. Come può essere di aiuto il coach?

Il coach ha il compito di sprigionare le qualità delle differenti risorse aiutandole a spingersi al massimo delle proprie capacità e a raggiungere la miglior performance sia in ambito lavorativo che personale. Il lavoro si sviluppa soprattutto attivando le motivazioni individuali della persona, incoraggiando e stimolando lo sviluppo delle potenzialità bloccate.

Possiamo quindi affermare che il coach è l’esperto del processo per supportare il coachee a raggiungere il suo obiettivo, il mentor invece guida il mentee nel suo sviluppo personale e professionale. 

Le Qualità professionali e personali essenziali alla figura del coach 

Come abbiamo visto non è fondamentale che il coach abbia esperienza pluriennale sul campo, è invece tassativo per questo ruolo possedere la consapevolezza e l’autostima giusta per insegnare le strategie apprese nel corso del tempo così come i propri insegnamenti.

Il coach stesso deve in primis accettare le proprie responsabilità, in modo da essere professionale e saper insegnare nel modo adatto chi lo affianca.

La professionalità di questa figura si basa principalmente sul fatto che il rapporto che vi è tra il coach e il suo o i suoi allievi è alla pari: il primo deve elaborare le strategie adatte al secondo, in modo da arrivare facilmente agli obiettivi prefissati.

Mentoring o Coaching, cosa scegliere? Dipende dalle esigenze

Hai bisogno del Mentoring se

  • Stai cercando di sviluppare i tuoi collaboratori per rimuovere le barriere che ostacolano il loro successo.
  • Hai esigenza di formare in modo più completo i tuoi dipendenti senza limitarsi all’acquisizione di specifiche competenze ma valorizzando il valore intrinseco alla persona.
  • La tua azienda ha necessità di sviluppare i suoi leader in ottica di ampliamenti o cambi ai vertici dell’organizzazione.

Hai bisogno del Coaching se

  • La tua impresa ha lavoratori ricchi di talento che non soddisfano le aspettative o più semplicemente vuoi aumentare le performance.
  • Stai introducendo nella tua azienda nuovi sistemi o programmi
  • Uno o più manager hanno bisogno di assistenza per acquisire nuove abilità o responsabilità aggiuntive.

Vuoi saperne di più sui servizi di Mentoring e Coaching e definire una strategia vincente per la tua impresa? Abbiamo una buona notizia per te, con geoJOB Recruitment hai questa possibilità.

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